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Mutui, M5S attacca: “La casa non si tocca”

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MILANO Le banche potranno entrare direttamente in possesso della casa ipotecata da un mutuatario dopo il mancato pagamento di 18 rate di mutuo, anche non consecutive; questa facoltà, da inserire nel contratto tra istituti e clienti, non potrà essere retroattiva. Sono questi i principali correttivi che la maggioranza proporrà in Commissione Finanze, alla Camera come al Senato, sulla discussa questione del recepimento della direttiva europea in tema di finanziamenti per l’acquisto della casa. Correttivi, si fa notare dalla stessa maggioranza, già vagliati dal governo, pronto ad accoglierli e quindi a renderli definitivi.

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La polemica è montata negli ultimi giorni, quando è emerso che il testo in discussione al Parlamento (per un parere non vincolante delle Camere) avrebbe aperto alla possibilità di inserire nei contratti di mutuo una clausola in base alla quale – dopo il mancato pagamento di sette rate – l’istituto sarebbe entrato in possesso dell’abitazione per mettere fine a ogni pretesa di rimborso verso i consumatori, senza passare dal Tribunale per le normali procedure giudiziali. Così facendo, avrebbe di fatto espropriato l’immobile per venderlo in tempi rapidi e incassare il corrispettivo della vendita, fatto salvo l’obbligo di distribuire gli incassi extra (rispetto all’ammontare del debito) ai mutuatari stessi.

Una eventualità, per altro, che avrebbe potuto estendersi ai mutui già stipulati. Non a caso la protesta delle opposizioni e dei consumatori è stata veemente. Ne è stato protagonista il M5S, che ha pagato con una raffica di sanzioni dall’Ufficio di Presidenza della Camera: è scattata la censura con interdizione dal partecipare ai lavori in Aula per 3 giorni per i deputati Alberti, Cirielli, De Rosa, Della Valle, Sorial, Tripiedi, Di Stefano Manlio, Toninelli, Villarosa. La sanzione sale a 6 giorni di sospensione per Bianchi Nicola, Brugnarotto e Della Valle.

Maggioranza e governo correggono oggi il tiro e il Pd sottolinea che “era pronto a farlo già ieri, se solo i lavori non fossero stati interrotti dalle proteste”. Nella proposta di parere della Commissione, che deve esprimere un giudizio non vincolante ma – appunto – condiviso preventivamente dal governo, si legge che “la nuova normativa sull’inadempimento non si applica ai contratti già in essere, neanche in caso di surroga, e offre al momento della stipula maggiori vantaggi per il cittadino, obbligando la banca ad una maggiore trasparenza”. Si precisa che la clausola sulla possibilità di cedere la casa alla banca per estinguere il debito “è facoltativa e la banca non può obbligare il cittadino a sottoscriverla”, anche se sul punto ci sono dubbi sulla reale parità tra le due parti (banca e consumatore) al momento della richiesta di un finanziamento.

Sale come detto il numero dei mancati pagamenti necessari perché scatti l’esproprio: “E’ considerato inadempimento la morosità di almeno 18 rate”. Ancora, “in caso di inadempimento la casa può essere messa in vendita solo con uno specifico atto di disposizione dell’immobile da parte del consumatore”. La scelta delle 18 rate, spiega il relatore alla Camera Giovanni Sanga, “è stata fatta in base alla normativa già esistente, che prevede appunto la possibilità di sospendere per 18 mesi il pagamento delle rate sul mutuo prima casa”.

C’è poi l’impegno a confermare il divieto al “patto commissorio”, già vietato dal codice civile: è quel patto in base al quale la banca avrebbe potuto impossessarsi dell’immobile per venderlo e tenere per sé l’intero ricavato. Si disciplina, invece, la sua versione già ammessa, quella del “patto marciano”. Nel documento della maggioranza si precisa che “la banca può cioè trattenere dopo la vendita della casa solo quanto ancora dovuto ed è obbligata a restituire al consumatore l’eventuale eccedenza”. Infine, “il trasferimento del bene immobile alla banca, a seguito dell’inadempimento, comporta l’estinzione del debito anche se il valore dell’immobile è inferiore a quello del debito residuo”. E questo aspetto, per Sanga, “è garanzia di una maggiore tranquillità per il debitore, dal momento che se anche ho un debito di 100, ma la casa vale 80, con il suo passaggio alla banca considero estinto tutto il mio debito”.

Ancora, la proposta di parere sottolinea che si “evita così la procedura giudiziaria, con conseguenti risparmi di spesa per il cittadino, e il deprezzamento del bene immobile”. Resta il dubbio sulla possibilità di contenzioso in caso di dichiarazione di inadempienza non condivisa dalle parti. Da ultimo, si precisa che “la valutazione della casa, successivamente all’inadempimento, deve essere effettuata da un perito indipendente nominato dal tribunale” e non più dalle parti, mentre “il consumatore deve essere assistito da un esperto di sua fiducia”. A Bankitalia il compito di “vigilare su tutta la procedura”.

Le modifiche, presentate in primis alla Camera, saranno condivise anche al Senato. La stessa relatrice a Palazzo Madama, Lucrezia Ricchiuti (Pd), le anticipava in mattinata chiedendo maggiori garanzie verso i consumatori che continuano ad indebitarsi ponendo in garanzia il proprio immobile. Per il M5S continuano a rimanere “palliativi”. Intanto è salito l’allarme del Codacons, per il quale la norma avrebbe rischiato di scatenare una emergenza abitativa nei Comuni di tutta Italia, lasciando migliaia di cittadini senza alloggio: “Abbiamo chiesto al Presidente dell’associazione dei Comuni Italiani, Piero Fassino, un incontro urgente per affrontare il problema delle conseguenze per i comuni legate al recepimento della direttiva Ue – spiega il presidente, Carlo Rienzi -. Le modalità con cui il Governo intende introdurre la norma, infatti, rischiano di scatenare una nuova emergenza abitativa, specie in quelle aree dove il problema della casa è più sentito. Crediamo quindi che l’Anci debba prendere una posizione netta al riguardo, a tutela dei Comuni e dei cittadini”.

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onte: Repubblica

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