La Lazio, ormai fuori da tutto, si appresta ad affrontare la “partita delle partite” e per parlare della prossima stracittadina è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio l’ex biancoceleste Paolo Mandelli: “A Milano la squadra biancoceleste ha dato prova di poter dire ancora la sua in questo campionato. Anche se non è riuscita a cogliere il successo pieno ha mostrato di aver ancora energie da spendere e che una qualche reazione c’è stata. Sono usciti dalla competizione europea e senza obiettivi importanti gli stimoli vengono a mancare. Qualificarsi per l’Europa è difficile quindi ora non resta altro che giocare un gran derby. La stracittadina è una gara che non ha bisogno di una preparazione mentale, il fatto di non avere più obiettivi può dare modo alla squadra di Pioli di pensare solamente a questa gara, soprattutto con l’obiettivo di riscattare una stagione alquanto deludente. Conquistare i tre punti potrebbe anche motivare la squadra da qui alla fine del campionato, ritrovando la fiducia e nuove forze per andare avanti e terminare la stagione nel miglior modo possibile. Per l’allenatore è difficile preparare il derby come fosse un esame per il futuro. Pioli deve concentrarsi solo sul risultato, deve cercare di vincere con ogni mezzo possibile. La sosta forse non è stata un bene perchè preparare una partita così importante senza tanti giocatori impegnati nelle varie nazionali non è certo la situazione migliore per avvicinarsi all’incontro. Tra l’altro tutte le assenze dei biancocelesti sono gravi e tutte nello stesso reparto, che già tra l’altro è deficitario di suo. Sarà difficile per il tecnico trovare le soluzioni giuste. A volte però nelle difficoltà il gruppo si unisce. A lungo andare le assenze possono pesare tanto, ma in un contesto del genere giocatori dai quali non ti aspetti più di tanto possono diventare importanti e dare un grande contributo alla causa. Keita è forte ma se con le qualità che ha ancora non ha trovato la sua giusta dimensione vuol dire che esiste qualche problemino dal punto di vista della maturazione. Ha grandi potenzialità, può giocare sia come centravanti che come esterno, è leggero ma sa come attaccare la profondità. I giallorossi invece hanno ritrovato la concentrazione giusta per il prosieguo della stagione, è una squadra tosta, l’allenatore è riuscito a trasmettere velocemente il suo credo. Spero che almeno fisicamente abbiano speso tanto, aggredirli sin da subito e con continuità potrebbe essere la strada giusta per avere la meglio. Si può risultare aggressivi sia stando alti che chiudendo le loro vie di gioco per ripartire in velocità. L’importante è non permettergli di fare la partita, altrimenti potrebbero risultare molto pericolosi perchè sono una squadra con tante frecce al loro arco. Da qui al termine del campionato la Lazio deve temere solo se stessa. Ora i biancocelesti devono attaccarsi alla maglia, può diventare lo stimolo più forte per potersi sentire in gioco per qualcosa di importante. Una volta nelle squadre c’erano meno giocatori e gli infortuni erano meno frequenti. Prima si era anche più “cattivi” in campo a livello di contatti e di entrate sul terreno di gioco. A livello di prevenzione sono stati fatti dei passi avanti ma sono aumentati i ritmi, le partite sono molte di più e forse i giocatori sono sottoposti a uno stress maggiore”.
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