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Keita rompe il silenzio e svela il suo futuro



E’ il giocatore del momento, colui che ogni volta che viene chiamato in causa riesce a dare grande vivacità e imprevedibilità alla manovra biancoceleste, stiamo parlando di Keita Balde Diao. Il classe ’95, gioiellino della Lazio, dopo un periodo difficile in cui non  sembrerebbe aver riconquistato la fiducia di Pioli e dell’ambiente: il suo estro, le sue accellerazioni e la sua fantasia saranno sicuramente importanti in questo rush finale  e infatti molto probabilmente anche domani contro lo Sparta Praga partirà titolare. Affetto che sicuramente lui non ha mai smesso di ricambiare, neanche quando ormai tutti lo davano lontano da Roma. Proprio del suo futuro professionale, l’ex Barcellona, deciso ha deciso di parlare in una lunga intervista al portale  TFM: “Sono tranquillo. La Lazio è una grande squadra che ha un’ottima organizzazione. Roma è una città tranquilla, piena di gente simpatica”.

IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI –  “La Lazio è la squadra con la quale ho firmato il mio primo contratto da professionista. Il club mi ha aiutato molto. Ho esordito in prima squadra quando avevo appena 18 anni. Adesso ne ho 20 e sono alla mia terza stagione in Serie A. Ho avuto la possibilità di giocare la finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus e abbiamo vinto la Coppa Italia contro la Roma. In realtà va tutto bene”.

IL SUO IMPIEGO – “In squadra abbiamo tanti giocatori di qualità, soprattutto nel mio stesso ruolo: da Candreva a Felipe Anderson. Ecco perché io non ho sempre il posto da titolare, ma per l’età che ho gioco abbastanza. Io devo continuare a crescere e prendere più confidenza”.

IL MERCATO – “Sì è vero, ho avuto delle proposte da altri club, ma io sono concentrato sulla Lazio. Ho un contratto ancora fino al 2018 e per il momento rimango qui”. Vuole la Lazio, prova sentimenti forti per questi colori. Ma confessa di avere un sogno nel cassetto: La mia ambizione è arrivare a giocare nelle migliori squadre del mondo come Barcellona, Real Madrid e Manchester United, è il sogno di tutti i ragazzi. Il mio club preferito? Non posso rispondere… dico la Lazio! (ride, ndr)“. 

IL SENEGAL – “Sono molto fiero e orgoglioso di aver scelto il Senegal, prima di decidere ne ho parlato anche con Koulibaly (difensore del Napoli, ndr). Io sono nato in Spagna ma i miei giocatori sono senegalesi. Loro mi hanno parlato spesso del Senegal, mi hanno detto che lì ho molti tifosi. Ho scelto il Senegal soprattutto per i miei genitori. Gli scarpini diversi? Sì, è vero. Uno ha la bandiera del Senegal, l’altro quella della Spagna. Non posso ignorare né l’una, né l’altra parte di me. Non sono cose che si possono rimuovere. Ecco perché ho scelto di rappresentare questa idea con gli scarpini che indosso ogni partita. Anche la Spagna mi ha dato molto, e questo lo apprezzo tanto”. Ciò è sicuramente motivo di orgoglio per i suoi cari: “Per me, per mia, madre, per mio padre e per la mia famiglia spero di portare il Senegal il più in alto possibile. La mia è stata una scelta personale. Un calciatore vuole giocare sempre il più possibile, soprattutto a 20 anni. Ma non c’è nessuno che è venuto a parlare o ha cercato di convincermi. È stata una mia scelta personale, ripeto. Conosco poco del Senegal, quasi niente. Le uniche cose che so arrivano dai miei genitori che me ne hanno parlato molto. Ho parlato sia con l’allenatore che con i membri della Federazione Senegalese e ho spiegato a loro la mia decisione di far parte della Nazionale”

GLI INIZI – “Ho iniziato a giocare a calcio da bambino. A 7 anni ero in un centro di formazione, poi a 9 mi ha prelevato il Barcellona dicendo che vedevano in me del talento. Secondo me la cantera del Barcellona è uno dei migliori posti dove imparare a giocare a calcio. È una delle più grandi società in Europa e nel mondo. Non ho avuto bisogno di fare provini, appena mi hanno visto giocare mi hanno preso subito. Sono rimasto a La Masia (sede del vivaio del Barcellona, ndr) dai 9 ai 16 anni. Dopo l’esperienza al Barcellona ho sono venuto qui alla Lazio. È stato il club che mi ha cercato di più. All’inizio non sono venuto qui con la famiglia, ero da solo. Dormivo nel centro sportivo, ero ancora minorenne quando la Lazio mi ha preso“.

 

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