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E adesso che si fa? Briscola?

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In ordine cronologico: fuori dalla Champions League, fuori dalla Coppa Italia, fuori (o quasi) dalla zona europea in campionato e da stasera fuori anche dall’Europa League. Allora la domanda sorge spontanea: adesso che si fa? Briscola?

Da quando i sorteggi di Europa League hanno estratto lo Sparta Praga, la società, il mister e i giocatori tutti non hanno fatto altro che ripeterci che il vero obiettivo era vincere l’Europa League. Una voce che è diventata insistente nel corso delle ultime giornate quando la Lazio ha continuato a perdere punti. Di colpo ci ritroviamo indietro nel tempo a due anni fa, quando l’unico acuto della stagione lo regalarono le vecchie glorie biancocelesti all’evento di padre in figlio. A fine anno è forte il rischio dell’ennesima rivoluzione in casa Lazio. Il cosiddetto “anno 0” che nei 12 anni di gestione lotitiana si è ripetuto almeno una decina di volte. E’ inaccettabile che una squadra così importante – ricordando sempre che la Lazio è la quinta forza d’Italia per bacino d’utenza di tifosi e la prima squadra della Capitale d’Italia – si ritrovi a metà marzo senza obiettivi. Una stagione amorfa e che farebbe disamorare anche il laziale più sfegatato. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno almeno abbiamo raggiunto la quota salvezza con 10 giornate d’anticipo (sarcasm).

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MERCATO INVERNALE INSUFFICIENTE

Ma di chi sono le colpe? Di Candreva o Biglia che non hanno reso al massimo? Forse questi giocatori non hanno reso al massimo perché sanno di meritare grandi palcoscenici che la società non può offrire loro. E se il mercato estivo aveva comunicato in modo piuttosto eloquente le poche ambizioni della società, quello invernale non ha fatto altro che rafforzare il concetto. D’altronde a gennaio tutti ci aspettavamo un sostituto all’altezza del lungodegente de Vri. Non scordiamoci i vari titoli dei giornali/siti “Ecco il vice de Vrij” con accanto la foto ogni volta di un difensore diverso. Ma alla fine è arrivato “l’esperto” Bisevac, riserva del Lione, che nelle ultime gare ci ha fatto rimpiangere Ciani… Nel complesso della stagione la Lazio non ha giocato male, perlomeno non in tutte le gare. Partire, però, col malus fisso del meno un gol dopo il primo quarto d’ora spezzerebbe le gambe anche alla Juve. Possiamo stare a parlare di fase difensiva tutta la notte, ma quando prendi gol per errori individuali dei centrali, c’è poco da prendersela con Klose che non riesce più a farsi 40 metri per tornare ad aiutare dietro.

PIOLI CAPRO ESPIATORIO

Domani in molti chiederanno la testa di Pioli, come in passato la si è chiesta di Delio Rossi, Petkovic e Reja. Ma se nell’ultimo decennio i problemi si sono susseguiti, rimanendo di stagione in stagione invariati, mentre gli allenatori sono cambiati, significa probabilmente che a stonare è qualcos’altro e non l’allenatore, o comunque non solo lui… Tornando al presente e dunque a Pioli, la colpa maggiore del tecnico biancoceleste è stata l’acquiescenza nei confronti della società che non ha dato seguito all’impresa del terzo posto raggiunta dalla squadra. Tornando al discorso iniziale: che rosa ha avuto a disposizione il tecnico? La Lazio l’anno scorso ha beneficiato di una serie di fattori (ponderabili eccome) che solo un pazzo poteva pensare si sarebbero ripetuti. Pioli quest’anno si è ritrovato a schierare una squadra ogni 3 giorni non potendo mai contare su de Vrij, con Marchetti, Radu, Lulic e Basta spesso infortunati e con Klose con un anno in più. Senza contare Mauri che ha praticamente saltato tutta la preparazione estiva e Felipe Anderson lontano parente di quello di un anno fa.  Come ci si poteva illudere di potersi ripetere? Ed ecco qui che il 17 marzo la Lazio si ritrova in vacanza. Chiusa la stagione in bellezza con uno 0 a 3 subito in casa dal modesto Sparta Praga. E adesso continuate a ripeterci che la stagione non è ancora finita e che i tifosi devono seguire la squadra a prescindere…

Fabrizio Piepoli

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