La prestazione col Galatasaray con il conseguente passaggio del turno aveva ridato un minimo di entusiasmo alla tifoseria, che poi puntualmente è ridisceso dopo la sconfitta contro il Sassuolo. Adesso sarà il turno del Torino, reduce dalla sconfitta contro il Milan e che in casa sperano di poter fare punti.
La redazione de “Lalaziosiamonoi” ha intervistato Diego Fuser, ex allenatore e centrocampista biancoceleste. In prima battuta è stato chiesto a Fuser se la Lazio, così altalenante possa comunque puntare al quinto posto. “Dipende da tanti fattori, credo la Lazio debba trovare le giuste motivazioni per poter centrare l’obiettivo. Se non dovessero centrare quest’obiettivo e non andare avanti in Europa League sarebbe una stagione un po’ anonima”. La “double face” dei biancocelesti li ha portati ad andare avanti in Europa. L’ex centrocampista in merito alla possibilità di arrivare in finale ha detto: “Arrivare in finale è sempre un punto interrogativo, ma i biancocelesti hanno fatto molto bene, non vedo perché non dovrebbero puntarci. Dipende tutto la loro, devono avere le giuste motivazioni. Visto l’esito dei sorteggi credo che ci sia la possibilità di arrivare fino in fondo”.
Un cruccio attanaglia la mente di Stefano Pioli, ovvero la poca prolificità dei suoi attaccanti: “Per gli attaccanti fare gol è il pane quotidiano, ci sono dei momenti dove non riesci a buttarla dentro, altri invece dove appena tocchi la palla segni. Dipende dalla personalità dei giocatori, comunque questi elementi hanno la qualità per tornare a fare bene”. Lo sguardo è rivolto al Torino adesso, compagine che è sempre ostica da affrontare, specialmente in casa: “Chiunque vinca troverebbe un po’ di serenità, visto come stanno andando in campionato. Il Torino però non può più permettersi di sbagliare sennò rischia veramente grosso. Non sarà una partita facile, i granata sono una formazione organizzata. Sono andati a S.Siro e hanno perso, ma hanno dimostrato di essere in salute. Sarà dura per la Lazio”. Il capro espiatorio quando i risultati non arrivano è sempre, per antonomasia, l’allenatore: “Si possono dire tante cose, la responsabilità più grossa ce l’hanno i giocatori, in campo ci vanno loro. L’allenatore da delle indicazioni, può dare dei suggerimenti, ma se i calciatori non mettono grinta, volontà, spirito di squadra e voglia di vincere diventa difficile”.
Argomento spinoso e delicato, il derby, a circa 30 giorni dalla stracittadina, queste le considerazioni di Fuser: “Non lo so, manca un mese. Il derby è una partita a parte, che tu vada bene o male in campionato a volte non conta. E’ una partita secca, che entrambe le squadre vogliono vincere”.