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ADDIO BUSTA PAGA: Inizia l’era del “Total Reward Statement”

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Va in pensione la vecchia e cara busta paga, simbolo negli anni di fioritura migliori italiani, di aumenti e rinnovi, che accumulata, non solo dimostrava una certa stabilità lavorativa, ma permetteva anche una serenità economica (anche e soprattutto nei confronti delle banche, va detto).

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Oggi i giovani che dovrebbero farsi carico del prosieguo della crescita del paese non vedono, giustamente, l’ora di “accomodarsi”, loro malgrado, sul primo volo diretto per chissà dove. In fuga dall’Italia, che di prospettive ne ha ben poche e che si ricorda dei “talenti nostrani” soltanto quando essi si sono affermati altrove (vedi onde gravitazionali).

Lo strumento che verrà introdotto al posto del vecchio cartaceo sarà il “Total Reward Statement”, che tradotto letteralmente vuol dire, “dichiarazione totale di ricompensa”.

DI COSA SI TRATTA – Per meglio dire, sarà un documento che certificherà in modo mirato e personalizzato come è composto il pacchetto retributivo di ciascun dipendente, che riunisce stipendio, bonus, incentivi, integrazioni pensionistiche, sanitarie e benefit. Questi ultimi molto spesso scelti dal dipendente stesso in base alle sue esigenze e preferenze.  Un pacchetto retributivo calibrato sulle singole caratteristiche del dipendente, dove alcune voci possono cambiare nel corso degli anni, in base a mutate esigenze e situazioni: età, progetti di carriera, necessità familiari, formazione, etc..

Ad oggi il 37% delle azienDe wordlwide adotta questo sistema, come documentano i dati 2016 della ricerca di Top Employers Institute, ma la tendenza è in costante crescita.

IN ITALIA – Una nuova filosofia retributiva e di trasparenza che si sta velocemente affermando in tutto il mondo, ma che vede l’Italia sensibilmente in ritardo rispetto al trend globale, anche se sta tentando di recuperare terreno perduto. Infatti aumentano le aziende che si stanno attrezzando in quest’ottica, proponendo pacchetti di benefit ad hoc, che vanno da quelli per la maternità (contributi per asilo nido, baby sitter ecc) ai corsi di aggiornamento professionali (corsi di lingue, informatica), ad assistenza e previdenza sanitaria (home caring per anziani), a corsi e vacanze sportive (corsi e campus per giovani o figli dei dipendenti).

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