E’ tornato….e si vede. Se in queste ultime 2 partite la Lazio è riuscita ad acquisire un po’ più di imprevedibilità ed è riuscita “addirittura” a tirare in porta, gran parte del merito è sicuramente suo. Stiamo parlando dell’intramontabile ex capitano biancoceleste, Stefano Mauri.
NESSUNO RINUNCIA A LUI – E’ uno dei giocatori più in forma al momento a disposizione di Pioli. La sua intelligenza tattica fuori dal comune, la capacità d’inserimento, i prodigiosi movimenti senza palla e quegli inserimenti che riescono a spiazzare le difese avversarie, lo rendono un elemento fondamentale di cui un allenatore non può proprio fare a meno. Perché non usarlo prima? Le presenze del brianzolo all’attivo sono esigue, tanta panchina e una ventina di minuti contro il Napoli a distanza di ben quattro mesi dal campo. In totale ha collezionato solo 12 presenze (sei da titolare), per un totale di 490′. Poco per chi, fino allo scorso anno, era abituato a essere insostituibile fonte d’ispirazione per il gioco della Lazio. Purtroppo ha saltato completamente la preparazione estiva, complice il termine del rapporto con la Lazio (coincidente con gli ultimi vani sviluppi del calcio scommesse) salvo poi fare un inaspettato rinnovo annuale (una volta archiviato definitivamente il processo sportivo di Cremona), e un’operazione a metà novembre (per risolvere una fastidiosa discopatia) che gli ha impedito di tornare a pieno regime tenendolo così a lungo lontano dai campi di gioco. Ma prima o poi, Stefano Mauri il campo lo ritrova sempre…soprattutto ora che l’attacco della Lazio stenta clamorosamente a rendersi pericoloso. Le sue ultime prestazioni (Genoa e la partita dell’Olimpico contro l’Hellas Verona) hanno certificato il fatto che la Lazio, senza Mauri, non avrebbe potuto ritrovare il gioco, i movimenti e gli spazi che tanto entusiasmavano l’anno scorso. E’ riuscito finalmente anche a trovare una buona condizione fisica, e questo fa pensare che se la Lazio ha voglia di tenere in vita i sogni europei deve aggrapparsi ancora una volta al suo condottiero. La scorsa annata, la migliore calcisticamente in serie A, nella quale ha siglato ben 9 gol in 29 presenze, aggiungendo inoltre due assist, sembrava davvero solo un dolce ricordo. E invece oggi si è ripreso quello che gli spetta, gettando nel dimenticatoio avversità e cattiva sorte. E con le difficoltà che sta attraversando la squadra in questo periodo, forse la sua esperienza in campo potrebbe dare una scossa e riportare serenità tra gli uomini di Stefano Pioli, che ultimamente hanno palesato un po’ di fragilità caratteriale.
ORA SI ATTACCA DAL CENTRO – Già Klose tempo fa fu il primo a sottolineare l’importanza che ha Mauri per questa squadra (“Mauri? Sicuramente è un giocatore molto intelligente e che ti porta via l’uomo), giovedì è stata la volta di Matri (“Lui ha le qualità di verticalizzare subito e per me è fondamentale, giocare la profondità è la mia caratteristica. È un alternativa i più che io riesco a sfruttare”) Insomma quando c’è Mauri gli attaccanti giocano meglio e il gioco della Lazio inevitabilmente ne guadagna, perché il brianzolo permette alla squadra di avere soluzioni tattiche alternative: non c’è più un’ostinata (e fine a se stessa) ricerca del gioco esclusivamente sulle fasce come visto nelle ultime gare, con tanti cross e nessuno capace di capitalizzarli. Ora si passa anche per vie centrali: non a caso Pioli ha schierato titolare Mauri, lasciando in panchina sia Candreva che Keita. E così delle 40 azioni d’attacco della Lazio, 26 sono arrivate per vie centrali. Stesso discorso per i tiri: ben il 78% dei 18 totali (di cui 7 nello specchio) sono giunti dal centro. Quando c’è lui, insomma, la Lazio diventa più pericolosa, tanto che in campionato, dove la Lazio ha una media tiri in porta di 3,5 tiri a partita, la squadra arriva a concludere 5,25 volte a incontro. Più pericolosa, più prolifica e quindi più vincente. La Lazio non può fare a meno di Mauri, i numeri dicono questo e il campo sembra andare nella stessa direzione. Contro il Genoa era stato uno dei più positivi, convincendo anche Pioli che nella sfida all’Hellas lo ha riproposto dall’inizio.
IL GALATASARAY – La Lazio ha bisogno di equilibrio. E chi meglio di Mauri per trovarlo: non a caso, a Istanbul contro il Galatasaray, una maglia da titolare nel tridente dovrebbe essere sua. Contro i turchi servirà tutta l’esperienza che oggi i suoi 36 anni sono in grado di garantirgli. La gioia sprigionata giovedì dopo mesi difficili, necessita di continuità e serenità, se la merita. Stefano Mauri vuole aiutare un’ultima volta prima dell’addio definitivo la sua squadra del cuore. Ormai si sente laziale a tutti gli effetti e come tale vuole esaudire tutti i desideri dei tifosi biancocelesti, solo uno purtroppo non potrà mai essere esaudito: quello di essere CLONATO…
Marco Lanari