Dovremmo monetizzare questo nostro grande amore, perché è ora di fare i conti, anche se siamo ancora a febbraio e ci aspettano ancora quattro mesi di divertimento folle. Un rollercoaster di zero a zero che, per dirla un po’ come Mandrake di Febbre da Cavallo, solo a pensarci ci viene la commozione, anzi, non lo vedete, abbiamo un groppo in gola.
Dovremmo monetizzare con dei video virali o dei post svergognati, da 7000 mi piace. Un po’ come fanno i nostri giocatori, più attivi sull’arena dei social network che su quella verde dei campi da gioco. La gara per fare gli auguri a De Vrij è stata serratissima, quella per segnare a Perin un po’ meno. Chi si è impegnato di più era il più vecchio in campo, che almeno per luogo comune dovrebbe essere quello che utilizza meno ‘ste cose.
Tu immagina i bond, di questo nostro grande amore: perché, caro procuratore di Biglia, per rifiutare certe offerte bisogna essere dei grandi professionisti, ma guarda che anche per rifiutare l’amore incondizionato della gente laziale ci vuole un fegato che manco The Hateful Heigt: eppure voi lo fate sistematicamente, quattro mesi da stella vi fanno pensare ad altre maglie, altri lidi, forse altri stipendi. Senza capire che qui, caro Felipe stiamo parlando anche con te, potevate guadagnarvi l’immortalità. Bond d’amore fruttiferi più di quanto si possa immaginare offrendosi a destra e a manca: “Io me ne voglio andare perché qui non c’è un progetto, possibile che nessuno voglia spendere 50 milioni e 8 l’anno d’ingaggio per giocatori di una squadra da nono posto?“
Questo nostro grande amore non ha lunedì neri, non conosce default. Senza banche centrali, senza WTO. Ci svegliamo la mattina convinti di tifare per i colori più belli del mondo e questa è l’unica convinzione che non si svaluta. Non come la classifica che ormai sembra un enorme cielo grigio a perdita d’occhio, non come le speculazioni di mercato, tra chi proprio non vuol comprare e chi vuol fare di tutto per vendersi. Il nostro indice è sempre al rialzo, il nostro pollice sempre in su, le nostre curve segnano sempre sorrisi.
Bisognerebbe prendere l’ispirazione da questo nostro grande amore per un libro, una serie o per un film commerciale: in 402 sale la Vigilia di Natale. Altro che Checco Zalone, altro che Di Caprio nel remake di Masha & Orso: ci vorrebbe un Paolo Sorrentino per girare “La Pazienza dei Tifosi Laziali”, che non è La Solitudine dei Numeri Primi perché siamo tanti e pure incazzati. E vorremmo dire basta alle occasioni sprecate e vorremmo che il “non oso” non fosse sempre agli ordini dell'”io vorrei”, come il povero gatto della favola. E allora l’anno prossimo, perché è già tempo di pensarci all’anno prossimo, sarebbe giusto investire una volta tanto non su procuratori slavi, giovani di altri continenti o incastri di compravendita all’ultimo minuto del 31 agosto. Rivalutiamo il vecchio cuore biancazzurro, tutti, dai tifosi alla dirigenza, indirizziamo ogni decisione solo verso questo nostro grande, infinito amore per lei, la Lazio.
Potremmo vivere anche solo dei diritti SIAE.
Fabio Belli