“Non c’è niente di più incredibile, di Konko che diventa insostituibile”. Potrebbe diventare questo il motto da qui sino al termine della stagione in corso. Incredibile per tanti e tanti motivi: un calciatore che ha da sempre mostrato grande bagaglio tecnico, ma al contempo fragilità fisica disarmante e poca continuità offerta per la causa biancoceleste. E’ già qualche anno che il terzino, si prepara a svuotare l’armadietto di Formello. Il 17 giugno 2014, la Lazio ufficializza l’acquisto di Dusan Basta e Pioli si ritrova in rosa altri due giocatori nello stesso ruolo: Cavanda e lo stesso Konko. La scelta tecnica è ben visibile sin dall’inizio, e la preferenza del mister ricade sul ragazzo belga-angolano, ogni qualvolta si assenta l’ex Udinese è sempre lui il sostituto scelto da Pioli. Tanto che da riserva, il ragazzo proveniente dalla primavera biancoceleste, colleziona ben 18 gare mettendosi in mostra con ottime prestazioni e confermandosi prima alternativa del terzino serbo. Konko viene a dir poco “emarginato”, ci si dimentica presto di lui, anche se negli anni precedenti era stato comunque, nonostante la scarsa condizione fisica, il padrone assoluto della fascia destra biancoceleste. I numeri parlano chiaro, nella stagione precedente, Abdoulay scese in campo soltanto 373 minuti. Le partite di campionato, in cui ha giocato con l’aquila sul petto nel 2014-15, non furono certo indimenticabili per i tifosi laziali: Genoa-Lazio in cui la squadra biancazzurra uscì sconfitta 1-0 e la partita seguente, in casa contro l’Udinese, persa ugualmente 0-1. Frutto di coincidenza, non certo per colpa del solo Konko sicuramente, ma per il francese fu una stagione cominciata male e finita peggio. Da quel momento, tra infortuni e scelte tecniche non giocò più neanche un minuto in campionato, collezionando il restante dei minuti in tre gare di coppa Italia.
Il vero problema di Konko sono da sempre gli infortuni, grande neo dell’ex Genoa, che si è visto negli anni ha visto affibbiare dai tifosi laziali, alcuni soprannomi riguardanti la sua “delicatezza”: Crystal konko e konkomodo(per il tempo impiegato nel rientro da ogni infortunio). I recuperi troppo lenti hanno evidenziato ancor di più, agli occhi dei sostenitori laziali, l’indolenza di questo ragazzo. Dal suo arrivo a Roma (1 luglio 2011) Konko ha saltato per infortuni di varia natura ben 73 gare, praticamente 2 campionati interi, incidenti fisici che lo hanno tenuto ai box complessivamente 401 giorni. Nell’ultimo mercato di agosto, si è ripetuta la situazione dell’estate precedente, la Lazio dopo la cessione di Cavanda decise di puntare su Patric come riserva da far crescere al fianco di Basta. Un giovane della cantera del Barcellona preferito all’ormai dimenticato Konko. Ma dopo un inizio in panchina, ha capovolto le gerarchie iniziali, che lo vedevano partire nuovamente da terza riserva. Complice l’infortunio di Dusan Basta e l’abnegazione vista da Pioli durante la settimana riesce a ritagliarsi il posto tra l’undici iniziale, con prestazioni di livello conquista nuovamente ed incredibilmente tutti, anche nelle partite in cui la squadra ha deluso il pubblico a lui non è stato possibile rimuovere alcuna critica.
Ha messo insieme sino ad ora 19 gare giocate (1610 minuti), con lui in campo la Lazio ha perso soltanto 2 volte(Napoli in campionato e Juventus coppa italia) sulle 19 giocate dall’esterno. Numeri che, date le prestazioni offerte, sono pronti a crescere. Konko è improvvisamente, dopo anni, un calciatore rigenerato a 4 mesi dalla scadenza del contratto. Le domande che si stanno ponendo nell’ambiente laziale sono diverse: sarà magari il volere del ragazzo che spera in un rinnovo? Forse è solo il destino che non vuole, in un modo o nell’altro, dividere le strade di Konko e della Lazio? Come scrisse Lorenzo de’ Medici (detto “il Magnifico”) “del doman non v’è certezza”, ma quello che adesso si può affermare con convinzione è che, seppur incredibile Konko è diventato insostituibile…
Alessio Allegrucci