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Pirlo, che aneddoto su Matri: “E’ un grande amico ma crede di avere ogni malattia del mondo”

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Il Mitra Matri sta vivendo una stagione altalenante in biancoceleste, così come la sua Lazio. Giovedì dovrebbe tornare titolare per la decisiva sfida contro il Galatasaray. Spesso apprezzato fuori dal campo anche in virtù della sua ragazza Federica Nargi, Matri è stato raccontato da Pirlo in un modo particolare. L’ex centrovampista della Juventus, nel suo libro “Penso, quindi gioco” ha dipinto in maniera pittoresca l’attaccante laziale. Di seguito un divertente aneddoto su Matri, tratto dalle pagine della sua autobiografia:

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Pagava Matri. Pagava sempre Matri, anche in senso figurato. Nesta era emigrato in Canada, De Rossi lo vedevo solo in nazionale, quindi, finché ha giocato nella Juve, non restava che lui: Matri. Il mio ultimo compagno di stanza è sempre la mia prima vittima, per regolamento non scritto. Certe volte era come sparare sulla Croce Rossa, anche se Alessandro preferirebbe bombardare direttamente un ospedale. E’ ipocondriaco, si sente addosso tutte le malattie del mondo senza averne una, certe volte addirittura pensava di essere un giocatore del Torino. Matri è ansioso, ha paura di tutto, il dottore della Juventus lo odiava. Io invece lo adoro. Quando starnutiva diceva “Lo sapevo, mi è venuta la polmonite. Dottore…” Gli spuntava un brufolo: “Ecco, è una reazione allergica a quello che ho mangiato, aiuto, sto per morire. Dottore…”. In campo si trovava da solo davanti al portiere, calciava il pallone da tutt’altra parte, non prendeva neanche la porta: “Mamma mia, colpa della congiuntivite”. Io tranquillizzavo:”Sei sanissimo Ale tranquillo. Il problema è che sei una pippa”. Rideva, ma gli veniva mal di denti, smetteva di ridere, e gli bruciava l’orecchio. Gli voglio bene, e mi divertivo con lui, quindi mi inventavo cose che non esistevano: “Ale stai perdendo sangue dal naso”. Lui mi rispose: “Noo. E’ un’epistassi, una piccolissima emorragia”. E a quel punto gli dissi: “Ce l’hai nel cervello l’emorragia”. E lui: “Ho un’emorragia cerebrale?”. Mi arresi.

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