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Pioli tatticamente deve cambiare qualcosa. Ecco perché…



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L’abbiamo già detto: in questo momento per la Lazio è tempo di trovare soluzioni, non di continuare a fare la sterile conta dei problemi. La prova di Napoli ha fatto montare la rabbia dei tifosi perché, oltre a rimandare la mente ai mancati rinforzi sul mercato, ha offerto una sensazione di impotenza sul campo che ha fatto rabbia, se si pensa che lo stesso Napoli che ha rifilato sette gol tra andata e ritorno quest’anno ai biancocelesti, un anno fa era stato domato per due volte al San Paolo.

Un assist per una lucida analisi sulle cose di campo, su come si può uscire da uno stallo che rischia di aver chiuso il campionato della Lazio a inizio febbraio, lo hanno offerto nell’ultimo mese i tecnici avversari. Quest’anno la Serie A è popolata sulle panchine da qualche personaggio fuori dal coro. Di solito gli allenatori che battono la Lazio si schermiscono, prendono i tre punti e scappano, dispensando complimenti per aver “battuto una grande squadra”, ma tenendo ben nascoste le loro idee.

Fabrizio Castori e Maurizio Sarri sono invece abituati a parlare francamente, senza filtri. E un campanello d’allarme per la Lazio era stato fatto suonare proprio dal tecnico dei romagnoli. Che aveva candidamente ammesso: “Sapevo che la Lazio, senza Biglia, avrebbe fatto convergere tutto il gioco offensivo sulle fasce. Bloccando le ali, ho bloccato la Lazio.” Tana libera tutti, senza Biglia la Lazio è un colosso d’argilla dal centrocampo di pastafrolla. E Maurizio Sarri ieri sera ha rincarato la dose: “Il loro pressing sistematico sui loro portatori di palla li costringeva a tenere la linea difensiva altissima. Al loro primo errore, attaccando bene la profondità come sappiamo fare, siamo andati a dama.

E così è stato: la Lazio senza Biglia è la squadra più prevedibile del mondo? Ma anche con l’argentino i tecnici avversari hanno intuito molte mosse del tecnico laziale: Allegri, altro toscanaccio che parla come mangia, in Coppa Italia ha dedicato al vice-campione del mondo una marcatura sin troppo zelante, tanto da farlo uscire rotto a fine partita. Ma anche lì la manovra della Lazio è stata soffocata sistematicamente.

Questione anche di qualità certo, perché perdere contro Juventus e Napoli è una costante per tutte le squadre di Serie A i in questo periodo. Ma per Pioli è arrivato il momento di cambiare e sperimentare qualcosa di nuovo. La Lazio dello scorso anno è solo un bel ricordo, sono cambiati interpreti chiave, altri sono infortunati o fuori condizione, ma gli avversari ne hanno studiato vizi e virtù, e in conferenza stampa svelano senza problemi come hanno preso contromisure facili come bere un bicchier d’acqua. Se l’utilizzo di Mauri trequartista, delle due punte, della difesa a tre o del rombo a centrocampo possano essere soluzioni valide, lo deve decidere il tecnico. Ma qualcosa va fatto in fretta, perché la Lazio è diventata un film già visto, per chi la guarda, ma anche e soprattutto per chi la affronta.

Fabio Belli

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