“In passato la Lazio ha dimostrato che contro squadre di una certa levatura riesce a portare a casa risultati importanti sfoderando ottime prestazioni“. Analizza così, ai microfoni di ‘Lazio Style Radio’, il match di questa sera tra Lazio e Napoli l’ex tecnico biancoceleste Giuseppe Papadopulo. Che poi si sofferma anche sul mercato appena concluso: “Le squadre che hanno obiettivi evidenti e dichiarati lavorano soprattutto nel mercato estivo, quando si riesce con calma a far abituare i giocatori alla nuova squadra e ai nuovi compagni e a farli preparare nella giusta maniera. Il mercato di gennaio, altrimenti detto mercato di riparazione, si rivela quasi sempre un buco nell’acqua, perché di solito si fa quando c’è da correre ai ripari e prendere un giocatore per sostituire un titolare infortunato. Molte squadre utilizzano questa sessione per cambiare alcune cose, a volte ci riescono e a volte no. Comunque ciò che esce da questo mercato in genere dà pochissimi frutti“. Perciò, secondo il tecnico di Casale Marittimo, sarebbe molto più utile per la Lazio valorizzare le risorse presenti in rosa: “I biancocelesti devono cercare di utilizzare ciò che hanno all’interno di Formello e non andare a cercare altro fuori, perché altrimenti si potrebbe rischiare di non dare la giusta importanza ai giocatori importanti della rosa. In altre squadre è successo: invece occorre cementare il gruppo a disposizione, evitando di togliere spazio a quei giocatori che stanno crescendo e che un giorno potrebbero fare da toccasana“. Infine, per il ‘Papa’ spazio ad un tuffo nel passato, con alcuni ricordi legati alla sua esperienza nella Capitale, prima da giocatore e poi da allenatore: “Ricordo con grande piacere quei periodi, dove tutto ciò che veniva proposto aveva un sapore importante. Ricordo il gruppo storico, con Chinaglia, Oddi e Wilson, gli anni della giovinezza, dell’amicizia e dell’attività sportiva agonistica. Ricordo Maestrelli, un allenatore al quale sono rimasto molto legato e che ha lasciato una traccia indelebile. Quella era una Lazio un po’ pazza, in cui si passava dalle prestazioni importanti alle partitelle che si trasformavano in guerriglie e che venivano sistematicamente interrotte. Però la domenica in campo eravamo sempre coesi, completamente diversi dal gruppo delle partitelle settimanali. Avevamo anche un lato umano e spesso uscivamo tutti insieme anche con le nostre famiglie. Eravamo amici sia dentro che fuori dal campo“.
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