Dagli abissi della classifica ad un attico con vista sul paradiso: il Leicester di Claudio Ranieri passa anche sul campo del Manchester City e va in fuga, diventando ufficialmente la squadra da battere della Premier League. Lo suggeriscono le quote dei bookmakers, che dopo il successo all’Etihad stadium indicano le strepitose Foxes favorite nella corsa al titolo nazionale; lo certificano i sei punti di vantaggio sul secondo posto quando mancano 13 partite alla fine. Meno di un terzo della stagione, e la favola continua. Sempre più magica e coinvolgente, tanto che il Leicester dei miracoli è ormai stata adottata dalla stragrande maggioranza dei tifosi inglesi. “E’ una Premier League pazzesca. Abbiamo giocato bene perché i giocatori non hanno mai avuto paura – le parole a fine gara di un raggiante Ranieri -. Volevamo vincere e ci siamo riusciti perché abbiamo mantenuto sempre la giusta concentrazione. Ora però dobbiamo riposare perché abbiamo speso tantissimo. Certe volte corriamo più della palla. Affrontiamo sempre ogni partita come fosse l’ultima, e in questo momento la fiducia è massima. Il titolo? Ci sono tante super-squadre ma ci proveremo, perché no?“. D’altronde le Volpi, squadra outsider per definizione, non solo vincono ma non smettono di stupire per coraggio, determinazione, sacrificio. Anche a Manchester si sono imposte con pieno merito, soffrendo quando c’era da soffrire senza mai rinunciare a giocare, ribattendo colpo su colpo ad una squadra che – a livello economico – vale cinque volte di più. Uno spirito famelico che ha consentito di scalare le gerarchie della classifica: 12 mesi fa, dopo 24 giornate, il Leicester era ultimo con soli 17 punti (e a -7 dalla salvezza), oggi di punti ne ha 53, lanciassimo verso il suo primo storico trionfo in campionato. Anche perché all’Etihad stadium la capolista non si limita a speculare sul (fortunoso) vantaggio trovato nei primissimi minuti (Robert Huth con la complicità di Martin Demichelis). Ma sotto una pioggia battente sfiora il raddoppio, prima di subire il ritorno del City. Né Aleksander Kolarov né Sergio Aguero però sono precisi, mentre un netto fallo su Pablo Zabaleta viene considerato (erroneamente) fuori area. Un colpo di fortuna meritato ad inizio ripresa dalla splendida perla di Riyad Mahrez che danza sulla palla prima di sorprendere dal limite Joe Hart. Tramortito, e forse anche distratto dalle voci sul prossimi arrivo di Pep Guardiola in panchina, il City appare inerme: ci prova Fernando ma Kasper Schmeichel è più reattivo. Così, inevitabile, arriva il tris, sugli sviluppi di un angolo, ancora con Robert Huth, centrale difensivo che sullo 0-2 si trovava nell’area avversaria. A dimostrazione della mentalità spregiudicata che Ranieri ha saputo trasmettere ai suoi. Allo scadere Sergio Aguero trova la rete della bandiera, troppo tardi per riaprire la contesa. Che lancia in orbita il Leicester, “la seconda squadra” di tutti quelli che sperano nel lieto fine della favola.
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