La prossima estate a Rio de Janeiro si terranno i Giochi della XXXI Olimpiade. La manifestazione internazionale prenderà il via il 5 agosto per concludersi il 21. La città brasiliana si è aggiudicata la competizione battendo Madrid, Tokyo e Chicago. Inoltre è la prima città sudamericana a ospitare un’edizione dei Giochi olimpici estivi.
Ebbene, in un periodo terribile, scosso da guerre e attentati, la vera minaccia che incombe sui Giochi è la zanzara. Si proprio quel piccolo insetto che disturba in continuazione con il suo odioso ronzio le giornate di tutti noi. La zanzara in questione però è la temibile Aedes aegypti, fino a quarant’anni fa presente anche sul territorio italiano ma al momento non segnalata, che riesce a trasmettere il virus della Zika, virus nella maggior parte dei casi asintomatico o con febbre non alta e dolori muscolari. Anche la zanzara tigre (Aedes albopictus), è considerata responsabile di alcuni casi di trasmissione in Africa e in Asia; con l’arrivo della stagione calda potrebbe diventare un problema anche da noi visto che questa specie è sul nostro territorio sin dalla fine degli anni Novanta.
Proprio a causa dell’incubo Zika il Comitato olimpico degli Stati Uniti ha dato comunicazione alle federazioni sportive nazionali che atleti e personale dovrebbero valutare se rinunciare all’Olimpiade e di non «sentirsi obbligati a partecipare», qualora la diffusione del virus dovesse aumentare. Ciò che si teme in realtà è la possibilità di contagio e l’assenza di un vaccino in grado di sconfiggere la malattia trasmessa dalle zanzare che infetta donne incinte e che si sospetta possa provocare la microcefalia nei nascituri. Come riferito dall’agenzia Reuters l’annuncio è stato dato a fine gennaio nel corso di una conference alla quale presero parte i vertici dell’Usoc (United States Olympic Comittee) e i presidenti delle varie associazioni sportive. Ovvio che una rinuncia da parte di atleti americani sarebbe comunque un perdita gravissima per i Giochi di Rio. Per ora non è stata presa nessuna decisione, l’Usoc non commenta ma segue costantemente la situazione Zika condividendo con le varie federazioni le informazioni e le raccomandazioni dell’organizzazione mondiale della sanità. Comunque non è solo la Federazione americana ad essere in allerta a causa del virus. Il Comitato olimpico australiano (Aoc) mercoledì ha annunciato un contratto di sponsorizzazione con i produttori di «Heavy Duty», un gel repellente particolarmente efficace. E a fine gennaio lo stesso Comitato aveva avvisato gli atleti qualificati per Rio 2016 di tenere sempre braccia e gambe coperte «dove possibile», specialmente se vicini ad acqua stagnante o vegetazione fitta. E così è stato anche per Nuova Zelanda e Giappone, quest’ultimo sta anche valutando se limitare le escursioni «all’aria aperta» dei suoi atleti.
L’Italia non sembra preoccuparsi più di tanto, il Coni più di una volta ha assicurato che non c’è motivo di aver paura. Il presidente Giovanni Malagò ha dichiarato: «L’Istituto di Medicina per lo Sport ha fatto un buon lavoro, sono in contatto con dei luminari della materia di infettivologia, ci sarà anche un’attività di prevenzione». Il direttore dell’Istituto di Medicina dello Sport Antonio Spataro ha parlato di «notizie allarmistiche. Credo non sia il caso di esagerare», e inoltre ha aggiunto «tenere le finestre chiuse, usare l’aria condizionata ed evitare le uscite di sera dopo le gare». Anche in Gran Bretagna, il presidente del Comitato britannico, Sebastian Coe, ha assicurato che «tutti gli atleti britannici sono orgogliosi e non vedono l’ora di andare» a Rio 2016.