Dopo che ieri ne ha annunciato l’assenza in aula giovedì a Cremona per l’udienza preliminare dell’inchiesta ‘Last Bet’, l’avvocato Matteo Melandri torna a parlare, ai microfoni di Radiosei, del suo assistito Stefano Mauri: “Io e Amilcare Buceti (l’altro legale del centrocampista biancoceleste ndr) andremo a Cremona, per un’udienza preliminare in cui, come nel primo giorno di scuola, si farà l’appello, si certificherá la regolarità delle notifiche e poi il Gip dovrà chiarire come intende procedere. Il processo, con così tanti imputati e avvocati, non sarà semplice, ma il Tribunale di Cremona sta facendo passi in avanti per la telematizzazione dei processi: in pratica, a ogni avvocato sarà chiesto di inserirsi in un sistema informatico, una cosa che nel penale è nuova, per cui giovedì ci saranno legali che, non avendo dimestichezza con questo sistema, si opporranno. Anche per noi sarà la prima volta in un processo così innovativo, ma non ci opporremo. Mauri non ha nulla da temere da questo processo: noi speriamo e vogliamo che la sentenza arrivi il prima possibile perché confidiamo nella sua assoluzione. Certamente non auspichiamo di rifugiarci nella prescrizione, ma al contempo mi rendo conto che, oltre a Mauri, ci sono tanti altri imputati, che hanno posizioni più complicate, per cui non vedo perché si debba ‘aiutare’ la giustizia a velocizzare un processo su fatti che risalgono al 2911. Del resto, rinunciare alla prescrizione è il peggior consiglio che un avvocato possa dare ad un cliente: visto che i processi sono molto particolari ed è difficile pronosticarne l’esito, è come partire sotto 2-0 in una partita di calcio. Io però non voglio rinunciare alla speranza di un proscioglimento in udienza preliminare, anche se sono conscio che chiudere un processo a questo punto, con quello che può significare per la Procura di Cremona, non sia poi così scontato. Giovedì in teoria si saprà quali imputati prenderanno una strada alternativa: si faranno infatti presente al giudice tutte le istanze di patteggiamento e di rito abbreviato, oltre a quelle di essere giudicato direttamente da questo giudice. Per chi seguirà il rito ordinario, il giudice, male che vada, potrebbe disporre il rinvio a giudizio, mentre, per chi seguirà il rito abbreviato, dovrà emettere una sentenza di assoluzione o condanna. Ad esempio, non so se Antonio Conte vorrà prendere quest’ultima strada, ma potrebbe farlo per togliersi subito il processo. Nel processo nessun imputato subirà il giudizio immediato cautelare, forse perché il PM temeva il dibattimento. Credo che in origine non si volesse andare davanti al giudice per accertare la responsabilità di alcuni soggetti. Io non posso non vederla così: noi avvocati infatti ci stiamo battendo contro questo immediato cautelare, che, a discrezione del PM, sceglie tra imputati di serie A e di serie B. Si tratta di un sistema, ormai in uso tra i PM, di saltare l’udienza preliminare e passare direttamente al processo a carico dei soggetti sottoposti a custodia cautelare. Ciò sarebbe potuto succedere anche in questo caso è sta succedendo spesso in Italia, ad esempio nel processo di Mafia Capitale, che è appunto un immediato cautelare. Pensate un po’, in quel caso, cosa avrebbe voluto dire fare un’udienza preliminare con centinaia di imputati: invece in questo modo il PM sceglie alcuni imputati a cui far subire la misura cautelare per poi portarli direttamente a dibattimento. Si risparmiano così anni di tempo“.
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