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CRONACA – Morte avvocato di Buffon. Il legale della sorella: “Accuse infondate”

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AGGIORNAMENTO 14/02 ORE 8:00 – “Una persona prostrata da tensione emotiva e affettiva, abbattuta da accuse laceranti, certamente respinte“. Così l’avvocato Alessandro Rappelli, difensore di Marzia Corini, accusata della morte del fratello, l’avvocato Marco Valerio Corini, amico e legale di Gianluigi Buffon, morto il 25 settembre. Il difensore della donna è convinto di poter dimostrare che l’accusa è infondata. “E’ stata lei ad accudire fino all’ultimo il fratello, lo amava, non avrebbe mai potuto ucciderlo“, Marzia Corini è un medico anestesista in servizio all’ospedale di Pisa e il fratello era gravemente malato di tumore. “Ci sono consistenti margini difensivi“, per smontare l’accusa. Ne è convinto l’avvocato Enrico Marzaduri che assieme al collega Alessandro Rappelli, difende la donna. “La signora è fortemente provata perché nei suoi confronti è stata fatta un’accusa, la peggiore, che si può muovere a una sorella per la morte di un fratello, per di più per un vantaggio economico“.

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onte: Ansa

Prima gli ha fatto cambiare testamento, poi l’ha ucciso iniettandogli antidolorifici in dosi massicce. Marco Valerio Corini, avvocato spezzino, legale di Gianluigi Buffon, è morto così nel settembre 2015, secondo le indagini dei carabinieri della squadra di pg e del Nucleo operativo del Comando provinciale della Spezia, ucciso da sua sorella anestesista che avrebbe riempito il fratello, malato di cancro, di antidolorifici al punto di accelerarne la dipartita. Per questo Marzia Corini, 52 anni, è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario. Tutto questo, secondo l’accusa, a causa di un testamento che la penalizzava a favore della fidanzata ventenne dell’avvocato.
I carabinieri sono risaliti indietro nel tempo, per ricostruire quanto accaduto, coordinati dai pm Giovanni Maddaleni e Luca Monteverdi che hanno poi firmato l’ordinanza cautelare. Secondo quanto ricostruito, Marzia Corini sapeva che dopo aver accertato la malattia, Marco Corini aveva fatto testamento e sapeva anche che questo testamento non la favoriva per nulla anzi: il legale aveva lasciato alla fidanzata ventenne tutti i suoi averi, salvo la quota di legge per i familiari. Marco Valerio Corini si è improvvisamente aggravato durante l’estate e la sorella ha cominciato a assisterlo assieme a un altro avvocato, Giuliana Feliciani, che spesso aveva affiancato Marco Corini in tribunale. Una collega, un’amica con la quale Corini aveva anche condiviso lo studio per un certo periodo di tempo. Secondo quanto accertato i carabinieri è stata lei, l’avvocato, a convincere Corini a stracciare il primo testamento e a sottoscriverne un altro. Un testamento molto più favorevole alla sorella, tanto che adesso è indagata per circonvenzione di incapace e testamento falso. Corini, secondo quanto accertato dagli inquirenti, non era più lucido negli ultimi tempi: un po’ per l’aggravarsi della malattia, un po’ per la morfina che gli veniva somministrata per lenire il dolore. Quindi, dev’essere stato poco impegnativo fargli stracciare il documento e fargliene firmare un altro.

Il 25 settembre 2015 Marco Valerio Corini è morto nel cordoglio generale perchè era molto conosciuto e molto benvoluto. Era famoso, Marco Valerio Corini: da anni era il legale di fiducia del portiere della Nazionale e della Juventus Gianluigi Buffon che lo aveva inserito nei Cda delle aziende di cui era diventato azionista. Appassionato di calcio, era stato presidente dello Spezia a metà degli anni ’80. Era stato anche presidente della Associazione oncologica milanese, presidente del Cda della Mascioni e membro del Cda della Zucchi.
L’indagine, secondo quanto appreso, ha avuto il suo input dalla denuncia della fidanzata di Corini, che alla lettura del testamento si è ritrovata a stringere un pugno di mosche in mano. E le indagini hanno portato a ipotizzare che Marco Corini fosse morto stroncato da una dose massiccia di oppiacei, forse morfina, somministrati secondo l’accusa dalla sorella Marzia. Purtroppo il corpo non potrà fornire prove. Marco Valerio Corini aveva deciso che voleva essere cremato e le sue ceneri sparse in mare. E così è stato.

Fonte: Messaggero.it

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