A Cremona, giovedì scorso, è iniziata la maxi udienza preliminare riguardante l’ultimo scandalo del calcioscommesse, che dovrebbe portare alla chiusura definitiva del caso che vede coinvolti tanti personaggi noti del calcio italiano. Fra questi anche il CT della nazionale Antonio Conte che, proprio ieri, è stato accusato pesantemente da due suoi ex calciatori: Massimo Ganci e Vincenzo Santoruvo. I due – giocatori del Bari quando Conte guidava la squadra pugliese -, all’interno di un libro scritto dal giornalista Sky Dario Nicolini e dal titolo “Ingiustizia sportiva. Lo stano caso del Dr Palazzi e mister Conte”, hanno riportato una frase che il tecnico azzurro avrebbe pronunciato e che, se vera, lascerebbe spazio a poche interpretazioni.
“Non siete capaci di segnare neppure in una gara combinata…“, sarebbe stata questa la frase pronunciata dall’allenatore in un Chievo-Bari del 2008, gara che terminò in pareggio e che, secondo i due giocatori, si concluse con lo stesso risultato che era stato concordato in precedenza. A parlare della combine ai giocatori e allo staff tecnico sarebbe stato Vincenzo Matarrese, allora presidente della società pugliese. Il risultato finale sarebbe stato concordato per garantire al Chievo il primo posto, che avrebbe permesso ad Antonio Matarrese, allora presidente di Lega e a Verona già da qualche giorno, di premiare i clivensi ed evitare un ulteriore trasferimento in caso di sorpasso del Bologna, e non un giro di scommesse.
In base alla dichiarazione dei due calciatori Conte sapeva bene della combine e tra l’altro, nel corso della gara incriminata, fu proprio Santoruvo che – realizzando un calcio di rigore assegnato per un fallo a dir poco strano e particolare – fissò il risultato finale sul pari. Una vicenda che incute molti dubbi sulla giustizia sportiva e su alcune decisioni prese dal procuratore Stefano Palazzi, sembrato alquanto tenero nel giudicare alcuni big e molto più duro nei confronti di altri protagonisti di tutta questa brutta vicenda.