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Serena: “Conosco sia Pioli che Donadoni, sono due grandissime persone”

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In collegamento ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto Aldo Serena. L’ex attaccante ha parlato del mercato, del momento della Lazio, e dei due tecnici, Stefano Pioli e Roberto Donadoni, che domenica prossima si sfideranno al Dall’Ara: “Quello invernale è un mercato difficile, sono poche le occasioni favoreli per il rapporto qualità-prezzo. Le squadre arrivano a questa finestra di mercato con esigenze specifiche ma le soluzioni sono sempre veloci e dispendiose. Anche per i un calciatori è un periodo particolare, non è facile lasciare una squadra a metà stagione e inserirsi subito in altri ambienti. Non credo serva a molto se non ci sono esigenze specifiche. Ciò che ha complicato il cammino della Lazio in questa prima parte di stagione è stata l’eliminazione nei preliminari di Champions, è dura da mandare giù dopo aver giocato la stagione precedente alla grande. L’obiettivo della qualificazione era un passaggio fondamentale della stagione e andava centrato, soprattutto con una preparazione mirata per ottenere il massimo risultato. Inoltre ci sono stati anche gli infortuni di alcuni giocatori che ne hanno ritardato la crescita della condizione e che non hanno permesso di ripetere il cammino della stagione precedente. Keita, ad esempio, è un giovane che deve dare continuità alle sua prestazioni. Così come Felipe Anderson. Quella biancoceleste è una buona rosa anche se in attacco si poteva fare di più. Djordjevic è un giocatore di peso, può tenere su la palla e muoversi per creare gli spazi per i suoi compagni, sotto rete riesce ad essere anche abbastanza lucido. Alla difesa si possono muovere pochi appunti, sono stati sfortunati con tutti gli infortuni che hanno subito. I giovani sono in fase di crescita e stanno lavorando bene in tutti i reparti. Comunque tutta la squadra mi sembra in crescita, ora è un gruppo unito e sta lavorando bene. Conosco sia Pioli che Donadoni per averci giocato assieme, li ricordo come due grandi persone. Domenica sulle panchine si troveranno di fronte due grandi professionisti. Sono due tecnici che si somigliano, conoscono bene il calcio per averlo vissuto in tutte le sue sfaccettature. Stefano ha girato tanto come calciatore ma sin da ragazzo mi resi conto delle sue caratteristiche, idonee per svolgere qualsiasi lavoro in questo mondo, dal tecnico al dirigente, un uomo che ama il pallone. Anche Roberto avevo capito che sarebbe diventato allenatore”.

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