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Scusa se mi chiamo Etrit Berisha…

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Ligabue cantava le difficoltà del vivere “una vita da mediano”…ma nessuno si preoccupa di quanto sia altrettanto dura la vita del portiere di riserva. Già fare il secondo portiere non è facile: hai poche occasioni per giocare (perchè giustamente c’è il titolare che è più bravo di te) e in quelle poche occasioni che ti vengono concesse non puoi permetterti errori o giornate storte, nessuna pazienza con te è tollerata (nonostante si sia consapevoli che quello del portiere è un ruolo dove la completa maturazione si raggiunge più tardi e hai bisogno di cotinuità per poter crescere). In poche parole ci vogliono spalle larghe per riuscire a sopportare tale pressione e il rischio che con un niente tu venga etichettato come “scarso” e (come insegna Pirandello) togliersi un etichetta di dosso è una delle cose più difficili di questo mondo. Insomma già il portiere di calcio è uno dei ruoli più difficili che esistano, fare il secondo non deve essere una passeggiata, sopratutto in casa Lazio: ne sanno qualcosa i vari Sereni, Bizzarri…e ora Etrit Berisha.

L’ARRIVO – L’ex Kalmar giunto alla Lazio nella stagione 2013/2014 con la speranza di essere più di un vice-Marchetti ha sempre fatto fatica a ritagliarsi un ruolo da protagonista sia per motivi calcistici (togliere il posto a uno dei più forti portieri italiani come Marchetti è una vera e propria impresa) che non…Dal suo arrivo alla Lazio Berisha non ha giocato moltissimo e ha accettato con professionalità il ruolo di vice, del resto se chi gli stava davanti parava pure l’impossibile non hai molte speranze di emergere. Solo quando Marchetti ha dovuto fare i conti con un periodo No Etrit è riuscito a ritagliarsi qualche spazio e a sovvertire le gerarchie. Da quel momento è iniziata una nuova vita per il portiere albanese? Assolutamente No. Complice qualche svarione di troppo, Etrit non è riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi, anzi era (ed è ancora oggi) inondato di pensanti critiche. Il paradosso è che tutto ciò aveva portato i tifosi a rimpiangere l’ex Bizzarri (cosa curiosa visto che fino al’addio del portiere agentino si udivano quasi le medesime critiche, come è strano a volte il calcio eh?!). Purtroppo Roma è una piazza difficile e per toglierti l’etichetta devi sudare 71 camice se vuoi risorgere. Etrit non si è arreso e si è impegnato per cercar di trasformare i fischi in applausi.

LAZIO-CHIEVO – Gli ultimi applausi in ordine di tempo sono stati  ieri contro il Chievo: Quello contro i clivensi è il quarto rigore parato su sette da quando è alla Lazio, un dato che non può essere una semplice coincidenza…
Etrit ieri ha chiuso definitivamente la partita. Ha intuito subito dove Paloschi avrebbe tirato e in un lampo si è buttato mandando la palla in calcio d’angolo (dimostrando all’attaccante gialloblu come non sempre la Laizo gli porti fortuna). L’eventuale gol di Paloschi su rigore avrebbe sicuramente riaperto la partita. Lui stesso ha dimostrato tutta la sua gioia sul suo account di Instagram per la bellissima rimonta e per il rigore parato:

a style="color: #000; font-family: Arial,sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 17px; text-decoration: none; word-wrap: break-word;" href="https://www.instagram.com/p/BA76THbp5oS/" target="_blank">Like this 😊 #sslazio #chievoverona

Una foto pubblicata da Etrit Berisha (@etritberisha99) in data:

I rigori a quanto pare stanno diventando sempre più una sua specialità (e non può essere sempre dovuto alla fortuna). Complice la sua struttura fisica e la sua abilità nello studiare il rigorista avversario, Berisha si sta rendendo un vero e proprio pericolo per i rigoristi. La prima gioia (parata ovviamente) è stata in Europa League contro il Ludogorets, quando parò all’attaccante bulgaro   un rigore calciato con il cucchiaio, mentre la seconda prodezza è arrivata in campionato contro l’Inter quando, subentrando a Marchetti, respinse il tiro di Icardi tenendo in piedi una Lazio in nove. I suoi successivi miracoli sono giunti in questa stagione: uno in Europa League contro il Rosenborg, e il secondo ieri in campionato proprio contro il Chievo (Paloschi). Il record di rigori parati in una stagione appartiene ad Handanovic, quando nella stagione 2010-2011 parò 6 rigori. Etrit in questa stagione è a quota 2. Il numero 99 biancoceleste ha sfruttato alla grande l’opportunità di giocare titolare a causa dell’infortunio di Marchetti. Contro la Juventus in coppa italia ha salvato la Lazio da quella che sarebbe potuta essere una catastrofica imbarcata, compiendo miracoli su miracoli. Ma si sa…le parate sono difficili da ricordare in quanto ordinaria amministrazione…non sono mica dei gol…

VOGLIA DI RISCATTO – Questo, più le buone prestazioni che il portiere albanese sta effettuando da quando è riuscito ad avere un pò di continuità dimostrano come non è così scarso come si vuol far credere e che non è così assurdo vederlo in Serie A, anzi forse è stato un po’ troppo sottovalutato. Certo gli errori purtroppo non mancano (vedi la papera contro la Fiorentina che ha rischiato di compromettere la partita) ma chi non li fa? Non è Buffon o Handanovic è vero, quelli sono dei campioni, però è sicuramente un buon portiere e magari con il tempo lo dimostrerà. Purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) non sarà alla Lazio. Lui a Roma sta benissimo ma ha anche tanta voglia di riscatto e di dimostrare di essere un portiere di livello, pertanto è assai probabile che a fine stagione lascerà la Lazio per giocarsi le sue chance come primo altrove e cercar una volta per tutte di riscattarsi. Nel frattempo dà tutto per la Lazio sperando di strappare finalmente qualche applauso. Il suo nome è Etrit Berisha e finchè darà il massimo con la maglia biancoceleste avrà bisogno del sostegno dei tifosi.

Marco Lanari

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