E’ il battesimo del fuoco. Tocca a Bisevac, giocherà  lui contro la Juve. Dybala, Mandzukic, Morata, Zaza o chi per loro: troverà pane per le mascelle. Dovrà farsi trovare pronto, dovrà dimostrarsi all’altezza. L’avventura laziale partirà in salita. In un colpo è stato scelto per tappare il buco creato dall’infortunio di De Vrij e per ovviare alle defaillances di Gentiletti. Toccherà a lui in quel labirinto di difesa, tale appare da quando è stata affidata a Mauricio e Hoedt. Milan Bisevac, a parole, è un duro, deve dimostrarlo con i fatti. Nella notte più difficile è logico aspettarsi un’esibizione di muscoli e fosforo. Non ha tempo da perdere, questo è il calcio. Deve conquistare la Lazio e i suoi tifosi, deve rinsaldare la difesa, deve ridare sicurezza al partner di turno (con la Juve dovrebbe essere affiancato da Mauricio). E’ stato scelto perché esperto, perché è «un guerriero» e può rivelarsi «un valore aggiunto», parole del diesse Tare. Bisevac, a primo acchito, sembra uno di quei tipi capaci di sfoderare la spada anche quando c’è da tagliare un foglio di giornale. Sul campo saprà  confermare la sensazione?
SCETTICISMO – A 32 anni non bastano le esperienze vissute e più che il curriculum conta lo storico delle ultime stagioni. Lo scetticismo su Bisevac non è un pregiudizio, fonda su dati di fatto: nel febbraio 2015 s’è rotto il crociato (ginocchio destro), da allora ha giocato solo 8 volte (sei in Ligue 1 e due in Champions). L’ultima apparizione con il Lione è datata 27 novembre 2015, sfida persa in casa con il Montpellier (2-4). Fu il match che segnò la fine della sua esperienza francese.
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onte: Il Corriere dello Sport