Nuovi guai si potrebbero palesare presto per lo storico capo della Curva Nord dell’Atalanta, Claudio Galimberti, detto «Bocia». Già condannato a tre anni di reclusione e rinviato a giudizio con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata a reati da stadio, nei giorni scorsi è partita dalla questura una richiesta al tribunale con lo scopo di sottoporre il Bocia a sorveglianza speciale. I tre giudici preposti emetteranno la sentenza (a porte chiuse) giovedì 4 febbraio. Ricordando che la sorveglianza speciale è una misura di prevenzione che può essere applicata anche solo sulla base di sospetti e senza nessuna prova di commissione di illeciti. Le limitazioni che subisce il soggetto in questione vanno ad intaccare la libertà personale. Va detto ad onor del vero che, chi viene colto in circostanze di incidenti e tafferugli annessi allo stadio, è doveroso che le autorità giudiziarie recapitino al soggetto un Daspo e di questo ne è consapevole anche chi fa parte di gruppi più facinorosi. La richiesta che però è partita dalla questura per Claudio Galimberti, non è “semplicemente” il divieto di seguire la propria fede e tutti gli eventi sportivi per anni e anni, ma si tratta di prescrizioni come l’obbligo di restare a casa in orario serale e notturno, il ritiro della patente o del passaporto, tutto per un periodo da uno a cinque anni perché ritenuto pericoloso per la sicurezza pubblica. Determinate limitazioni alla libertà personale, devono sempre essere motivate da provvedimenti giudiziari di efficacia immediata, anche se impugnabili in più gradi di giudizio.
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