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Renato Miele: “Lazio, stasera conta solo il risultato”

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Sulle frequenze di LazioStyleRadio è intervenuto l’ex difensore biancoceleste Renato Miele, che ha indossato la casacca biancoceleste nella prima metà degli anni ’80. Oggi è fondatore e presidente di una nota squadra dilettantistica romana, la Vigor Mellis, di cui allena anche le squadre Allievi e Juniores. Nel suo intervento Miele ha parlato del big match di questa sera, che vedrà la squadra di Pioli alle prese con i campioni d’Italia della Juventus. Le due squadre arrivano alla sfida in maniera totalmente opposta: “La Juventus sta risalendo, non può permettersi passi falsi stasera. Stesso discorso vale per la Lazio, che ha come obiettivo il risultato più che la prestazione. I biancocelesti stanno cercando di riassestarsi, la Juve invece arriva da un periodo migliore, dal punto di vista psicologico e psicofisico sta messa molto meglio”. I bianconeri hanno cambiato molto in questa stagione: “Quest’anno la forza della Juve non è Pogba, che non sta rendendo come rendeva prima. Si è un po’ montato la testa. E’ uno di quelli che vengono definiti dei fuoriclasse e, se non hanno la testa sul collo, rischiano di perdersi un pochino. Mancando di tre giocatori forti, Pirlo Tevez e Vidal, ovviamente hanno ricostruito un pezzo della squadra che andava amalgamata con la base precedente, poi i problemi iniziali in campionato li hanno avuti come tutti, in Coppa invece vanno benissimo. Ora sembrerebbe tutto a posto, stanno tornando su piano piano“. La Lazio sta cambiando molte volte modulo in questa stagione: “Per quanto riguarda il discorso dei moduli in base a chi si incontra, non saprei… La squadra deve avere identità, cosa vuol dire giocare con il 4-3-3  contro una squadra piuttosto che con il 4-3-1-2 o altro se poi si perde la spina dorsale del gioco“. Una partita che avrà la sua nota dolente sugli spalti: “Stasera si giocherà pure con poco pubblico perché da una parte a Roma stanno scioperando tutti, in più ci sono le targhe alterne, poi la paura del terrorismo che allontana le persone. In Italia abbiamo il caos organizzato. In questa confusione parlare di calcio e dare un giudizio prettamente tecnico diventa assai difficile“.

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