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Reja: “Alla Lazio manca organizzazione da grande squadra”

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Dopo la vittoria nel suo personale ‘derby’ con la Roma, Edy Reja ha rilasciato alcune dichiarazioni a ‘La Gazzetta dello Sport’: “Euforico? No, non lo sono mai, resto sempre con i piedi per terra, perché nel calcio, quando si fanno troppi voli, si fa sempre presto a cadere. Mentirei però se negassi che battere i giallorossi è stata una soddisfazione enorme. Solo da atalantino però, nonostante Tare mi abbia ringraziato in diretta. Sicuramente anche Lotito mi avrà perdonato, dopo quello che è successo con la Lazio. I ragazzi seguono le mie indicazioni in maniera sempre più convinta. Proprio guardando le gare dell’anno scorso contro la Lazio mi è venuta l’idea del 4-3-3, è l’ideale con Gomez e Moralez e domenica lo abbiamo applicato al massimo. La Roma ha pagato i contraccolpi dei risultati negativi con Bologna e Barcellona, mentre noi abbiamo interpretato la gara quasi alla perfezione, vincendo e giocando anche bene. È stata la nostra esibizione più spettacolare, anche se non è stata l’unica al cospetto di squadroni come Inter e Milan. Adesso dobbiamo provare a replicarci anche in casa, abbiamo ottimi margini di crescita. Per l’Europa le concorrenti sono tante: io so che il presidente Percassi può puntare sul mercato di gennaio, ma non gli chiederò nulla, anche perché ha dato all’Atalanta quell’organizzazione da grande squadra, quelle strutture e quella capillare distribuzione dei compiti che manca a Napoli e Lazio. Lavoro con circa quindici uomini, due solo dei quali sono miei: Alberto Bollini e Gigi Febbrari, che ha avuto il coraggio di seguire la Roma per seguirmi qui. Con tutti c’è totale sintonia, usiamo metodi all’avanguardia, sia nell’analisi dei dati fisici dei giocatori sia nella preparazione atletica, e finora non abbiamo avuto neanche un infortunio muscolare. Giorni fa Febbrari mi ha letto un articolo in cui Piquè parla del sistema di allenamento del Barcellona: in pratica, si lavora sul campo e in palestra non si usano macchine, come facciamo noi. Un sogno? C’è una cosa che con la Lazio ho sfiorato due volte di fila e che vorrei raggiungere, ma non vorrei sembrare esagerato facendo proclami o sparando alto. Vorrei tanto ascoltare una musichetta che ho sentito solo davanti alla tv, quella della Champions…come mi piacerebbe!“.

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