Sconclusionata, arruffona e pure sfortunata. La Lazio si consegna alla Juve (autorete di Gentiletti e sigillo di Dybala) che prosegue la rimonta verso le prime posizioni e conferma una crisi preoccupante di gioco e di risultati dei biancocelesti: un solo punto in sei partite, quattro nelle ultime otto, una sbandata continua senza attenuanti per nessuno. Una caduta da arrestare in fretta per non ritrovarsi tra qualche partita in lotta per non retrocedere.
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on basta il logo del Giubileo della Misericordia presente sulle maglie per avere aiuti divini, ormai la Lazio è un pianto. La quinta vittoria consecutiva regala speranze scudetto ai campioni d’Italia che hanno ritrovato forma fisica e convinzione, proprio quelle caratteristiche che i biancocelesti hanno lasciato al San Paolo lo scorso 31 maggio, quando conquistarono un insperato terzo posto. Tutto qui, c’è da riflettere ma il destino di Pioli è sempre più in bilico.
OLIMPICO AI MINIMI STORICI
Alla fine non si arriva a trentamila presenti, almeno un terzo sono juventini. Il cocktail letale è servito: sciopero della Nord contro il prefetto Gabrielli, contestazione a Lotito, targhe alterne, metro e bus a singhiozzo, paura degli attentati. L’emorragia continua, una tristezza vedere l’Olimpico così vuoto e privo di entusiasmo per i colori biancocelesti. Solo il volo dell’aquila Olympia riesce a scaldare i laziali avviliti da un inizio di stagione terrificante per colpa di società, tecnico e giocatori.
UN ALTRO AVVIO CHOCK
Si parte con Allegri che si affida al solito 3-5-2, Asamoah a centrocampo e la coppia Mandzukic-Dybala. Pioli sceglie il 4-2-3-1, lascia fuori Anderson dando fiducia a Kishna. Cambiano gli uomini, non il risultato tanto che al primo affondo passano i bianconeri: solito approccio molle dei biancocelesti, Mauricio sbaglia il rinvio, pallone a Dybala che trova la fortunosa deviazione di Gentiletti. Siamo al 7′ e la Lazio è già sotto come successo a Empoli e, purtroppo, in altre quattro occasioni in campionato. Di contro la Juve non aveva mai segnato nel primo quarto d’ora di gioco, lo fa contro Candreva & co. quasi a ribadire gli stenti della banda di Pioli incapace di gettare nella mischia cuore e grinta fondamentali per uscire da un periodo nero.
DYBALA SPEGNE LA LAZIO
E due. La reazione ci sarebbe anche, un paio di corner, un timido tentativo di chiudere la Juve nella loro area di rigore, ma la fortuna ha già girato le spalle. Rinvio di Chiellini, solito suicidio di Mauricio, sponda di Mandzukic per Dybala che ha il tempo di palleggiare e scaricare il suo sinistro chirurgico alle spalle di Marchetti (ancora una volta in ritardo): 0-2 e Lazio al tappeto vittima delle sue disattenzioni difensive. Il primo tempo si chiude con l’ammonizione di Radu che atterra Lichtsteiner (lo svizzero simula un colpo in faccia che non c’è). L’Olimpico fischia Lotito e il rientro della squadra negli spogliatoi.
CADUTA VERTICALE
Ripresa con due novità: fuori Candreva e Kishna, dentro Anderson e Keita, esterni offensivi nuovi per trovare almeno un tiro in porta. Ci sarebbe subito un mezzo rigore per la Lazio (fallo di Barzagli su Radu) ma Banti fa spallucce come sempre e allora la ricerca di un episodio per riaprire una sfida ormai segnata resta vana. Dentro anche Matri nel cuore del secondo tempo, non c’è più tempo per sperare, finisce male: il baratro si avvicina.
Fonte : Il Tempo