La Lazio è alla deriva su tutti i fronti. Non c’è nulla di salvabile fin qui della stagione biancoceleste. I giocatori non reagiscono più, il tecnico è in confusione completa, i tifosi disertano lo stadio e il silenzio della società è assordante. La sconfitta di venerdì contro la Juventus, la quinta in sei gare, ha rappresentato il punto di non ritorno: Pioli ha i giorni contati. Nella pancia dell’Olimpico il presidente Lotito è esploso di rabbia. Prima un gestaccio verso i tifosi che lo contestavano, poi un confronto teso con il ds Tare su quello che bisogna fare nell’immediato per tentare di mettere una pezza a tutti gli errori fatti da questa estate in poi.
STIPENDI PESANTI
I due hanno avuto un duro faccia a faccia, non erano affatto d’accordo. Il ds avrebbe voluto esonerare immediatamente Pioli e dare via al nuovo corso. Lotito invece vuole aspettare ancora. Il motivo? Questione di soldi. Il club infatti, oltre allo stipendio del tecnico di Parma e quello dell’eventuale nuovo allenatore deve sborsare anche soldi extra dovuti a Petkovic, circa un milione di euro (l’udienza è fissata per il 23). Lotito sa da tempo d’essere destinato a soccombere (è evidente sul bilancio) e per questo vuole prendere ulteriore tempo per decidere. Eppure nella notte di venerdì Pioli sembrava destinato a salutare tutti. Lotito non ci ha dormito, poi nella mattinata di ieri, sbollita la rabbia, ha deciso di dare un’ultima chance al tecnico emiliano. A questo punto diventa decisiva la sfida di lunedì contro la Sampdoria. Per questo i dirigenti biancocelesti hanno ordinato un nuovo ritiro. Da oggi alle 19 tutti di nuovo chiusi a Formello. Una decisione alquanto confusionaria visto che tra feste (8 dicembre) e tre giorni di trasferta per l’Europa League, la punizione durerebbe appena quattro giorni.
SANTO STEFANO
Il diktat presidenziale è stato accolto con favore da Pioli che sta tentando in tutti i modi di ritrovare il suo equipaggio. È evidente che la magia dello scorso anno è svanita, bruciata dal sole estivo e dalle prime delusioni stagionali. Il tecnico ha perso il favore dei veterani, in molti gli hanno voltato le spalle. Le ha provate tutte da inizio campionato ma a nulla sono servite le coccole prima e le punizioni poi. Gli hanno fatto terra bruciata e lui è andato nel pallone più completo. C’è anche molto del suo in questo crollo verticale della Lazio. La bella creatura che tutti ammiravano lo scorso anno non c’è più. Ieri l’avanti e indietro dal centro sportivo biancoceleste
SENATORI SERPENTI
L’iceberg contro cui si sta schiantando la Lazio si fa sempre più vicino e i calciatori in campo sembrano essere incapaci di reagire a questa situazione. Biglia esce piangendo, lacrime di frustrazione. Gli altri hanno la testa bassa mentre i pochi tifosi presenti contestano. Il cortocircuito è totale. Nel chiuso dello spogliatoio anche i calciatori si sono confrontati: molti sono ancora dalla parte del tecnico, ma altri (molti importanti) hanno ormai lasciato il comandante solo con il suo naufragio. Non lo ascoltano più e in campo l’ammutinamento è palese. Inspiegabile altrimenti la trasformazione di alcuni big. Serve una scossa, adesso più che mai. Prima che si torni a quel funerale dal quale Lotito si vanta di aver preso la Lazio.
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onte : Il Messaggero