Oggi, 2 dicembre, è il 39esimo anniversario della morte del più grande mister della storia laziale. Non rappresenta soltanto il mister che ha fatto la storia, ma è stato il padre della Lazio più amata di tutti i tempi. Dal suo lavoro, e amore nel farlo, ne uscì fuori un manipolo di eroi che diventarono leggenda per tutti. Questo è stato e sarà per sempre Tommaso Maestrelli, “il Maestro”. A ricordarlo è il figlio Massimo Maestrelli, intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio: “Col fatto della sua morte è diventato quasi una leggenda, era un uomo dai sani principi. Io da piccolo mi legai molto a Giorgio Chinaglia, mentre più recentemente le persone che ho avuto vicino sono state Pulici, Wilson e Giancarlo Oddi“. Poi sull’anno d’oro che tutti ricordano: “Quell’anno, anche per il più grande tifoso laziale, era impensabile vincere il tricolore, è stata una cosa pazzesca. I giocatori avevano grande personalità e lui riuscì a tirarne fuori al meglio. Mentre per la Lazio di Cragnotti era prevedibile vincere anche più di un tricolore per la forza della rosa, mentre la squadra di mio papà non aveva affatto i favori del pronostico, è stato incredibile. Basti pensare che la società, cambiò pochissimi dei giocatori che arrivarono secondi in serie B”. Si esprime sulla differenza tra il calcio passato e quello d’oggi: “Cose che non possono succedere nel calcio attuale, prima Anche il Verona aveva un allenatore meraviglioso come Bagnoli. Il calcio è totalmente cambiato, adesso fenomeni in campo che hanno comportamenti pazzeschi come ad esempio George Best non ce ne sono più. Oggi tutto è più mediocre, anche a livello di stadio, sarebbe bellissimo vedere una Lazio con un impianto da 30 mila posti e invece con lo stadio di adesso non si sente più l’atmosfera”. Poi ricorda un aneddoto: “Quando andava male, ci faceva scendere vicino al tunnel. Ricordo quanto è stato bello abbracciare mio padre, dopo una vittoria contro un fortissimo Cagliari, segnò Giorgione e fu 1-0. Era splendido perché quei momenti li dedicava solo a me e mio fratello”. Infine un ricordo sul maestro: “Con Giorgione si divertivano a tresette, subbuteo… a mio padre piaceva giocare a scacchi. Oggi secondo me, anche se il calcio è totalmente cambiato, avrebbe fatto una gran figura come allenatore. Sarebbe stato un allenatore moderno”.
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