Joop Lensen è arrivato dalla lontana Olanda. Il suo compito è quello di far crescere sempre di più il settore giovanile biancoceleste. Proprio l’olandese, assieme al tecnico dell’Under 17 Michele Santoni, nella giornata di domenica, ha partecipato al “Meeting Elite Football Management”, organizzato dalla Oscar Agency.La Lazio è stata l’unica squadra professionistica italiana a prendervi parte. Questo è, senza alcun dubbio, un motivo di vanto. Il tecnico orange ha parlato per la prima volta e lo ha fatto ai microfoni di Lazio Style Radio. Ecco le sue dichiarazioni:
“La grande differenza inizialmente è stato professionalizzare tutto il settore giovanile. Il cambiamento più grande è stato fatto nel creare un’unica direzione dal punto di vista metodologico e di pensiero calcistico uguale per tutto il settore giovanile, a partire dalla Primavera fino ai piccoli della Scuola Calcio del 2010. All’interno della filosofia unica sono stati portati dei cambiamenti nella metodologia dell’allenamento e del gioco, l’obiettivo adesso è portare i ragazzi a crescere per esser pronti a giocare non solo in prima squadra ma anche a livello europeo. Proprio all’interno di questo modo di allenare i ragazzi durante la settimana e nel fine settimana è metterli più in difficoltà possibile per farli crescere. L’ultimo cambiamento, soprattutto per le categorie Giovanissimi e Allievi Nazionali e Regionali, non essendo un livello sufficientemente alto per portarli in prima squadra, sono stati cambiati anche diversi giocatori. Sul metodo di allenamento, per migliorare la crescita del singolo ragazzo, abbiamo spostato i migliori giocatori delle varie annate ad una categoria superiore facendoli giocare sotto età. Ovviamente siamo in una società professionistica quindi anche il risultato è importante, però è fondamentale il modo in cui si vuole acquisire un risultato. All’interno della nostra filosofia, nel modo di giocare bisogna educare i ragazzi ed infine ottenere anche la vittoria, non il contrario. Soprattutto seguendo questa nuova filosofia Lazio, il modo in cui vogliamo giocare è molto complicato, di conseguenza in questa fase iniziale i ragazzi si trovano a confrontarsi con metodologie d’allenamento diverse, modo di giocare diverso e quindi soggetti a qualche errore e per questo chiede tempo. Come dice il detto, Roma non è stata costruita in un giorno solo, quindi bisogna anche portare pazienza. I premi vengono consegnati alla fine del campionato, non a metà, aspettiamo qualche mese per tirare le somme. I campionati italiani sono di altissimo livello, probabilmente anche più alto rispetto all’Olanda anche perché ci sono più club professionistici. Conosco un metodo solo e ci credo ciecamente. Per fare questo bisogna alzare il livello di tutto l’interno dell’organizzazione: qualità degli allenatori, dei giocatori, degli allenamenti e delle partite e avere coraggio di guardare a lungo temine e non solamente a domani. Ho iniziato il mio primo giorno di lavoro il 15 luglio a Formello, e sono stati fatti già parecchi cambiamenti. Ovviamente non abbiamo finito di lavorare, per continuare ad alzare il livello bisogna continuare a fare delle valutazioni, osservare, analizzare e ci saranno sicuramente ulteriori cambiamenti perché bisogna sempre provare a trovare una nuova sfida per far crescere il livello dei nostri giocatori. La cosa più difficile di questi cambiamenti è provare ad educare e cambiare la mentalità, non solo dei nostri giocatori in campo ma anche nella mentalità degli allenatori nel modo di educare. Mi sono accorto che qui in Italia gli allenatori erano abituati a dire ai giocatori cosa dovevano fare e invece il nostro obiettivo non è dare ai giocatori il libretto delle istruzioni ma è insegnargli a pensare ponendogli delle domande, e nel momento in cui il ragazzo non ha una risposta, siamo noi a doverli aiutare a trovare la soluzione. Uno dei cambiamenti è che nell’obiettivo di educare i ragazzi, noi ce ne prendiamo totalmente cura. Il consiglio che possiamo dare ai genitori è di lasciar fare a noi, perché è nel nostro interesse farli crescere tutti, soprattutto dal punto di vista tecnico. Anche perché se cominciamo a dare degli input contraddittori, creiamo solo confusione, e di sicuro non gioviamo la crescita e l’educazione del ragazzo. Questa è la nostra responsabilità, dove puntiamo tutte le nostre energie quindi dovrebbero fidarsi. Ovviamente noi proviamo a dare delle possibilità a tutti, la domenica in campo devono andare i ragazzi che sono più pronti e preparati e questo vuol dire che qualcuno dovrà stare in panchina. Non vuol dire però che il ragazzo non giocherà mai o viene dimenticato, probabilmente in quel momento non è pronto per competere con i suoi compagni e ci sarà un altro compagno più forte e preparato di lui in quel momento. Noi faremo del tutto per far crescere il livello di entrambi, ovviamente dovremo fare delle scelte in quanto si gioca in undici e questo va accettato e rispettato. L’importante è mantenere un rapporto onesto e corretto nei confronti dei ragazzi. Per quanto riguarda i ragazzi interni, posso dire di lavorare sodo e duro, perché questa è l’unica strada che premia. Le possibilità verranno date a tutti e quando si presenta l’occasione bisognerà farsi trovare pronti per coglierla. Per i ragazzi che vorrebbero venire a giocare nella Lazio, da quest’anno c’è anche un reparto scouting che copre tutta la zona di Roma. Vedere le persone coinvolte che si sentono partecipi e vengona a lavorare con il sorriso mentre i ragazzi giocano con il sorriso, è bellissimo. E’ fondamentale per continuare a crescere, ora quello che ci serve è un po’ di tempo per consolidare il tutto. Per chiudere, Vi auguro un buon Natale, e ci rivediamo l’anno prossimo”.