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La Lazio e il Natale: quando anche in Italia c’era il Boxing Day



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In Italia le festività natalizie sono ormai da anni un modo anche per mettere un po’ in soffitta la passione per il calcio e dedicarsi ad altro. Per quelli che vivono un po’ più ansiosamente l’appuntamento con la nostra Lazio, bisogna ammetterlo, è anche un modo per tirare un po’ il fiato e ricaricarsi verso la fase decisiva della stagione. Per chi la vive un po’ più serenamente, è solo una grande scocciatura. Anzi, la mancanza delle partite è un po’ una nota stonata in un periodo solitamente gioioso come il Natale. Proprio quando si avrebbe un po’ di tempo in più per andare allo stadio o seguire i match in tv, il circo della Serie A chiude i battenti e rinvia l’appuntamento, quando va bene, all’Epifania come quest’anno. E per chi senza calcio non sa stare, si dirotta sul football estero, Premier League in primis che durante le festività natalizie vive il suo momento più infuocato.

Ma non è stato sempre così. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche in Italia era abitudine per il massimo campionato scendere in campo nel pieno del Natale. In particolare tra la fine degli anni quaranta e l’inizio dei cinquanta. Addirittura nel 1948, nel 1949 e nel 1950 si scese in campo per due volte a Santo Stefano, in quello che era il vero “Boxing Day” della Serie A e una volta alla vigilia di Natale. Il 26 dicembre del 1948 la Lazio sconfisse 2-0 la Sampdoria, in una passerella che vide presenti in tribuna personalità come Giulio Andreotti e Giulio Onesti, allora presidente del CONI (al quale sarà poi intitolato il centro sportivo federale dell’Acqua Acetosa). Di Magrini e D’Avino le reti che permisero alla Lazio di battere i blucerchiati.

Il giorno di Santo Stefano dell’anno successivo la Lazio pareggiò 2-2 in casa del Torino contro una squadra che poco più di sei mesi prima aveva vissuto la tragedia di Superga. Per la prima volta al “Filadelfia” dopo l’incidente aereo, la Lazio depositò dei fiori in onore dei caduti rappresentata dall’allenatore Mario Sperone e dal capitano Enrique “El Flaco” Flamini. Finì in parità con la Lazio raggiunta dopo il vantaggio di Nyers e dopo il 2-1 di Puccinelli. Infine, l’anno successivo si giocò alla vigilia di Natale: il 24 dicembre 1950 i biancocelesti furono sconfitti dal Como 2-1, nonostante una grande prestazione del paraguaiano Dionisio Arce.

Negli anni successivi si è sempre evitato di giocare nel giorno delle festività, quindi si è introdotta in tempi moderni una vera e propria sosta natalizia, dall’inizio degli anni novanta sempre più lunga con l’Epifania come unica eccezione per poter scegliere lo stadio come alternativa d’intrattenimento per i giorni di festa. E il “Boxing Day” italiano è rimasto un bel ricordo: oggi non resta che la Premier, per chi vuole godersi un po’ di grande calcio anche sotto l’albero.

Fabio Belli

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