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Il cuore del Pres. Buccioni e del mister Formiconi per la Lazio Nuoto

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Riprende il viaggio nella polisportiva più antica e più grande d’europa, nata il 9 gennaio 1900. Il Presidente Antonio Buccioni è intervenuto insieme al mister Pierluigi Formiconi (allenatore della Lazio Pallanuoto) alla trasmissione Il Nido delle Aquile trasmessa su Radio Roma Futura per parlare del mondo Lazio e in particolare della sezione di Pallanuoto:

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Subito viene chiesto al mister come è nata la sua passione par la Lazio e la Pallanuoto: “Come tutti i ragazzini venivo portato in piscina per imparare a nuotare al foro italico, poi mio padre aveva questo “difetto” di essere della Lazio (ride, ndr)…io sono nato con le mutande bianco azzurre e ci sono rimasto, merito di mia nonna che portava me e mio padre a vedere la Lazio al Flaminio.

La Lazio ha sempre accompagnato la sua vita e la sua carriera da professionista: “Si ho tanti aneddoti, su tutti la notte prima della finale delle olimpiadi che non è una notte normale, non è per tutti, difficilmente si può vivere un’esperienza del genere, come prima di una finale di un campionato del mondo di calcio: dove io parlai con Lippi e gli augurai quello che poi è successo. Detto questo la notte prima della finale delle olimpiadi di atene del 2004, si dorme poco, vengono in mente 2000 cose e chiamai alle 3 di notte Cristina Consoli che era la mamma del mio ultimo lazialotto (matteo), e mi ha fato una battuta che mi ha fatto una battuta chemi ha tolto tutte le paure, mi disse: “Pierluigi non è un problema, tu vai li, ci son 20.000 persone…ma so tutti della Lazio perché i colori so quelli quidni tu entri in campo e vedi tutti della Lazio, non avere paura”. Questa cosa mi ha smorzato tutte le paure che avevo e quando il giorno dopo siamo entrati in piscina lo stadio era pieno, tutti avevano le bandiere bianco-azzurre e ho detto: “Cristina aveva ragione”. I colori sono quelli in effetti…noi veniamo da lì…i nostri colori sono nati dai colori della bandiera della Grecia.

Lo scudetto con la Roma pallanuoto: “(ride, nrd) Il presidente Buccioni per parecchi anni non mi ha salutato.” Il presidente conferma: “Si però quando ha vinto il titolo olimpico ha beneficiato dell’amnistia (ride nrd)” la promessa però è di vincerlo con la Lazio: “magari pagherei per fare una cosa del genere, servono grandi giocatoriPer quanto riguarda lo scudetto di QUELLA Roma….era una situazione particolare perchè il presidente dell’epoca (Ernesto sciommari) era laziale, il vice presidente Claudio Mastri era laziale, l’allenatore era laziale e una parte della squadra era anche laziale, sono i paradossi della vita”. Formiconi gli disse: “doveva venire un laziale per farvi vincere lo scudetto“. Precisa poi il Presidente Buccioni: “Attualizzando un po’ discorso con l’impegno di venerdì, con il massimo rispetto per gli avversari di turno, la siatuazione storica è la seguente: la Lazio nasce il 9 gennaio 1900 si affilia alla federazione italiana nuoto che all’epoca si chiamava Federazione Italiana nuoto Rari Nantes, il 1° luglio 1900 e venerdì va in campo….è sempre e solo quella Lazio…lungo il suo percorso ha incontrato probabilmente 30 rome….quella che vince lo scudetto con mister pierluigi non esiste più da anni, attualmente c’è la “Roma Vis Nova” che sta in A1 e con la quale giocheremo venerdì poi c’è n’è un altra in A2 ma c’è ne sono state tante. Come è successo un po’ in tutti gli sport, nello sport romano quando c’è un derby c’è una squadra fissa (la Lazio) che incontra una variabile (la Roma di turno di questo o di quell’altro sport)”.

Tornando all’attualità la squadra di mister Formiconi non sta andando bene, come si esce da una situazione in cui una squadra è in crisi di identità?
Io mi sono staccato a luglio, poi sono stato richiamato adesso, sono solo 2 giorni che li ho rivisiti la squadra è cambiata, l’ho trovata già fatta quindi proviamo a rimettere apposto i cocci, perchè al di là di qualche anno fa che la Lazio andò in A2 con l’allenatore che tra qualche giorno in contreremo, così in basso forse non è sta mai. Quindi siamo preoccupati, ho accettato volentieri perché non riesco a dire di no alla Lazio, avrei voluto ma non ci sono riuscito, vediamo, io è pochi giorni che ce li ho in mano, hanno voglia, ci vuole tempo, abbiamo un altra partita venerdì e poi abbiamo 40 giorni dove ci sono gli europei per lavorare e rimettere in sesto tatticamente la squadra perchè io sono molto tattico e voglio molto da loro, come tanti allenatori anche di calcio, anche se quando c’è un sport con le mani forse è ancora più importante la figura dell’allenatore, rispetto al calcio dove se compri Messi e Pelè forse qualche problemino in meno c’è l’hai. Con le mani (bascket pallavolo e pallanuoto) bisogna lavorare molto, gli automatismi, crederci, l’allenatore deve essere credibile, ci vogliono tante componenti, io fortunatamente sono 40 anni che faccio questa cosa, ricomincio sempre da capo, qualche volta mi stufo poi purtroppo bisogna sempre ripetere ripetere e ripetere, le cose vanno sempre ripetute, i giocatori dicono di si però poi alla fine spesso non capisco o non lo fanno, quindi ci vuole tempo, adesso dopo questo mese che avremo dopo questa partita di venerdì speriamo di rimettere in sesto al Lazio poi c’è già il girone di ritorno e li speriamo di fare qualche punto in più. Ci proviamo. Loro hanno voglia sicuramente, vogliamo dimostrare che la Lazio non è questa questo è poco ma sicuro, poi la maggior parte dei miei giocatori sono laziali quindi non mollano mai. Poi possiamo pure perdere però non molliamo.”

A proposito di crisi…per fare un parallelo con il calcio, cosa deve fare pioli per ripartite?

Io dico sempre che bisogna stare dentro lo spogliatoio, parlare da fuori è difficilissimo. Io di spogliatoi ne ho avuti tanti e fortunatamente ho vinto tanto però anche quando vincevi c’erano casini infernali all’interno e quindi bisogna essere bravi, avere pazienza, mettersi lì, cercare di far coesistere il gruppo in un certo modo tutti devono spingere dalla stessa parte, tutti: dal presidente fino al’ultimo magazziniere. Perchè è un momento dove le cose non vanno…tutti si aggrappano alla mezz’ora di Empoli…ma io lascarei perdere anche perchè se avessimo pareggiato a Empoli che sarebbe successo? Vinto a Empoli…sarebbe stata una cosa normale o no? La Lazio è la Lazio. Però è una situazione difficile e non vorrei stare nei panni di Pioli in questo momento sembra una discesa senza risalita e la società deve intervenire secondo me in qualche modo. Mi dispiace per la Lazio perchè un momento brutto poi vedere lo stadio vuoto è una cosa brutta, non so bene quello che è successo ma credo che tanti torti quelli che non vanno non ce l’hanno. Non andare allo stadio è una sofferenza per chi aspetta la domenica per la Lazio non andare è un dolore grosso. Comunque non so che sta succedendo all’interno della squadra, c’è qualcosa che non funziona.

Le è mai capitato di avere una squadra con giocatori che però di testa non girano in quella stagione?
No mai capitato, nel senso che io quando avevo giocatori forti ho sempre vinto, se hai i giocatori di grande caratura sicuramente vuoi vincere. Bisogna saperli trattare, il rapporto è sempre allenatore giocatori, bisogna avere carisma bisogna che loro credano in te…che è fondamentale…devi essere credibile. Se non ti vogliono bene non vinci…non c’è niente da fare.”

Cosa significa il motto: nell’armonia anche le piccole cose crescono, nel contrasto anche le più grandi svaniscono che poi è il motto della Polisportiva Lazio. Spiega Buccioni: “E’ la chiave di lettura della Lazio, va sostanzializzata non basta conoscere il motto da un punto di vista linguistico lessicale ma a mio avviso va vissuto 365 giorni all’anno. Se vedete è la chiave dei grandi trionfi e la spiegazione di grandi insuccessi se non addirittura delle tragedie della storia della Lazio. Prendete esempio l’esperienza della squadra di calcio del ’74, quando c’è un motivo unificante anche partendo da provenienze diverse, i ragazzi del ’74 avevano tutti delle forti personalità spesso in contrasto ma messe tutte a servizio di un unica idea e questo probabilmente è stato il capolavoro umano psicologico prima ancora che tecnico di un altro grandissimo allenatore, Tommaso Maestrelli, ha realizzato esattamente quello che questo motto esprime. In altre pagine dove la famiglia è andata a a disgregarsi sono arrivate delle pagine nere nella nostra lunga storia.”

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