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orse non è destino. La Lazio ci mette voglia, grinta, forse poca lucidità, ma riesce a sbloccare una partita molto difficile nel momento giusto. Ma una crisi è una crisi e, quando si subisce un gol come quello costato due punti ai biancocelesti contro la Sampdoria, all’ultimo respiro, forse è la spiegazione di cosa non va. Perché la fortuna aiuta gli audaci, ma spesso si accanisce con chi la sua buona dose di sfiga se la porta invariabilmente con sé. Certo, è una partita che poteva essere “addomesticata” meglio. Ma la punizione subita è eccessiva, al di là delle conseguenze, giuste o sbagliate, che ne seguiranno.
FORMAZIONI – Con il forfait di Basta e la squalifica di Mauricio scelte più che mai obbligate per Pioli, che schiera Konko a destra e Hoedt al fianco di Gentiletti al centro. Djordjevic affianca Candreva come rifinitore alle spalle di Miro Klose. Nella Sampdoria Muriel parte dalla panchina, tridente offensivo con Cassano, Christodulopoulos e Carbonero.
IL RITORNO DEGLI APPLAUSI – L’approccio alla partita della Lazio è buono. I biancocelesti recuperano diverse palle a centrocampo, e dopo 8′ hanno una buona occasione per sbloccare il match. Break di Biglia che innesca Candreva sulla destra, il cross del numero 87 trova Klose a centro area, ma lo stacco di testa del tedesco non trova la porta. Insistono gli uomini di Pioli che riescono a far male con le percussioni centrali: al 17′ una conclusione deviata di Parolo fa venire i brividi a Viviano, ma il pallone finisce a lato e ne scaturisce solo un calcio d’angolo. La notizia del primo match è comunque individuabile nel fatto che la Lazio manovra bene, sia a centrocampo sia partendo dalle retrovie, e addirittura, finalmente, un paio di azioni vengono accompagnate da sonori applausi. Al 23′ nuova occasione, un cross teso su punizione di Candreva non trova Djordjevic e Klose pronti alla deviazione vincente da due passi.
UNO SPAVENTO SPEGNE LA LAZIO – Ancora un’irruzione in area doriana di Candreva al 27′, su un errato disimpegno della difesa di Montella, ma la sua conclusione finisce in bocca a Viviano. 2′ dopo però, nel momento migliore della Lazio, la Sampdoria azzecca una ripartenza che potrebbe essere letale, in superiorità numerica, se Konko non salvasse provvidenzialmente sulla conclusione di Cassano. Una fiammata che spaventa la Lazio: Gentiletti si fa ammonire per tenere a bada Cassano, al 38′ Biglia spara alle stelle da posizione interessante, senza chiudere il potenziale scambio in area con Candreva. Il primo tempo si chiude senza ulteriori sussulti.
ENTRA ANDERSON, MA C’E’ SOLO CANDREVA – Dopo l’intervallo Pioli si gioca subito la carta Felipe Anderson al posto di Cataldi, per provare a ravvivare il volenteroso ma poco efficace attacco laziale del primo tempo. Ma la squadra continua a vivere delle fiammate di Candreva, che resta il più attivo tra i suoi seppur tra alti (travolgente azione sulla destra conclusa con calcio d’angolo guadagnato) e bassi (un paio di conclusioni dalla distanza francamente improponibili). E’ Anderson però ad avere un impatto troppo soft sulla partita, con tutte le iniziative sul versante sinistro che vanno inesorabilmente a spegnersi. Al 17′ è ancora Candreva a cercare il jolly su punizione, ma senza fortuna.
LA SBLOCCA IL MITRA – Al 21′ c’è Matri al posto di un impalpabile Klose. Una fuga di Cassano costringe Marchetti ad un’uscita con più di qualche apprensione. I ripetuti tentativi su punizione di Candreva, più consoni al rugby che al calcio, fanno rumoreggiare il pubblico. Sembrano titoli di paragrafi di un romanzo d’appendice molto noioso, sono in realtà gli unici spunti di cronaca della fase centrale del secondo tempo degni di nota. Proprio quando l’adeguamento al peggio sembra lo spartito suonato dalle due squadre, l’uomo già a segno contro il Saint Etienne al 33′ si esibisce in una splendida torsione di testa su cross di Radu. Una magnifica azione, proprio nel momento in cui la Lazio sembrava non farcela.
BEFFA ZUKANOVIC-ANDERSON – Per l’ultimo cambio Pioli è costretto a inserire Berisha per Marchetti, fermato da una noia muscolare. Dopo aver inserito Ivan e Muriel, Montella inserisce in campo Bonazzoli per Christodulopoulos. La Lazio è chiamata a gestire, ma la stagione biancoceleste sembra maldetta. Da una palla persa banalmente, Berisha deve partire in uscita “kamikaze” su Muriel. Punizione dai venticinque metri di Zukanovic non irresistibile, ma che sbatte sulla testa di Felipe Anderson e si deposita in rete. Punizione impietosa, probabilmente eccessiva, ma il non aver chiuso neanche una partita del genere, oltre a far imprecare contro la sfortuna, deve anche far riflettere la Lazio. Molto.
Fabio Belli
IL TABELLINO
LAZIO – SAMPDORIA 1-1
Marcatori: 78′ Matri (L), 93′ Zukanovic (S)
LAZIO (4-3-1-2): Marchetti (82′ Berisha); Konko, Hoedt, Gentiletti, Radu; Cataldi (46′ Felipe Anderson), Biglia, Parolo; Candreva, Djordjevic; Klose (66’Matri). A disp. Guerrieri, Braafheid, Prce, Patric, Onazi, Oikonomidis, Morrison, Milinkovic, Mauri. All. Stefano Pioli
SAMPDORIA (4-3-3): Viviano; De Silvestri, Moisander, Zukanovic, Regini; Fernando, Barreto (66′ Ivan), Soriano; Carbonero, Cassano (70′ Muriel), Christodoulopoulos (84′ Bonazzoli). A disp. Puggioni, Cassani, Coda, Rodriguez, Correa, Pereira, Palombo, Rocca. All. Vincenzo Montella
ARBITRO: Calvarese (sez. Teramo).
ASS.: La Rocca – Posado. IV: Carbone. ADD.: Irrati – Candussio.
NOTE. Ammoniti: 24′ Zukanovic (S), 30′ Gentiletti (L), 61′ Soriano (S), 67′ Cassano (S), 76′ Carbonero (S), 92′ Berisha (L). Recupero: 4′ st.