CHIEVO ATALANTA 1-0
VERONA, 13 DIC – Il Chievo è sempre di più la parte ‘felicè della Verona calcistica. Contro l’Atalanta la squadra di Maran ritrova anche la vittoria casalinga, grazie alla rete decisiva di Birsa nel finale della ripresa, e scala la classifica, dove ora è a quota 22 punti, due lunghezze proprio sotto i nerazzurri di Reja. Una gara dai due volti quella andata in scena al «Bentegodi». Dopo un primo tempo anonimo, la ripresa si scalda tanto che la squadra orobica termina la gara in 9 uomini. Se Valter Birsa, con il suo tocco sottoporta, è l’uomo match per i veronesi, nell’Atalanta è decisivo il ‘rossò a Cherubin, anche se poi Sportiello para il conseguente rigore di Paloschi. Maran ha perso Pepe per squalifica, ma torna a disporre di Castro, che torna al suo posto in un centrocampo completato da Radovanovic, Hetemaj e dal trequartista Birsa. In attacco, spazio al tandem Paloschi-Meggiorini. Reja conferma modulo e uomini che hanno battuto il Palermo, con la sola eccezione del rientrante Grassi, titolare a centrocampo insieme a De Roon e Kurtic. Vista l’indisponibilità di Pinilla, l’attacco è tutto argentino, con il trio Gomez-Moralez-Denis. Primo tempo equilibrato e senza grandi sussulti, ripresa vivace e con tanti episodi. Al 21’ ‘testa a testà in area tra Cherubin e Paloschi a palla in gioco: il bergamasco viene espulso, ma l’attaccante si fa parare il rigore da Sportiello. Il Chievo sfrutta però al meglio l’inferiorità numerica degli avversari. Al 31′ solita grande giocata di generosità di Meggiorini che mette al centro per Birsa, il quale da distanza ravvicinata supera Sportiello. L’Atalanta non ci sta, attacca a testa bassa ma con nervisismo. Ne fa le spese Kurtic. Viene ammonito per fallo su Hetemaj e applaude ironicamente l’arbitro, che lo espelle. Il Chievo controlla cosi sino alla fine per un Bentegodi che esplode di gioia dopo 6’ di recupero.
EMPOLI CARPI 3-0
EMPOLI (FIRENZE), 13 DIC – Una accelerazione appena entrati in campo dopo l’intervallo, una folata di classe e lucidità che ha schiantato il Carpi nell’arco di 16 minuti. Tanti sono passati dal fischio d’inizio del secondo tempo al terzo gol, quello che di fatto ha tagliato le gambe a ogni velleità al Carpi. L’Empoli continua a stupire. Quelli della squadra di Marco Giampaolo sono numeri da grandi: da 10 gare gli azzurri vanno in gol, terza vittoria consecutiva, 20 punti nelle ultime 10 gare, con una media presto fatta di 2 punti a partita. Nemmeno nell’anno della qualificazione Uefa l’Empoli aveva 24 punti in 16 giornate, era il 2006/2007. Un record insomma. Non solo, Skorupski non subisce gol da 302 minuti: ultima rete incassata da Kalinic al 61′ di Fiorentina-Empoli 2-2 del 22 novembre scorso. Ecco perchè, nonostante il buon primo tempo del Carpi, l’Empoli è riuscito a vincere senza problemi. Castori aveva chiuso tutte le fonti del gioco azzurre: Saponara e Paredes erano molto chiusi e infatti hanno faticato non poco. Di fatti le azioni pericolose sono state davvero una manciata nella prima frazione. Le prime occasioni sono del Carpi: al 11′ con Tonelli il cui retropassaggio rischia di essere intercettato da Matos, ma Skorupski anticipa subito; al 15′ Lasagna ci prova di testa ma mette alto. Si fa vedere Paredes al 16′ con una conclusione dai 40 metri che finisce a fin di palo. Il campo viene scosso poco dopo da un petardone che evidentemente ha superato i prefiltraggi intorno allo stadio. Al 17′ ancora Matos parte sulla destra, si accentra e conclude di potenza con il sinistro: palla che termina a pochi centimetri dal palo. Nel finale di primo tempo arriva la prima e nitida occasione per l’Empoli: al 39′ punizione-cross di Paredes, Costa svetta in area e la palla rimbalza davanti a Belec ed esce di pochissimo. All’intervallo si va con due squadre che si sono affrontate alla pari, ma al rientro dagli spogliatoi l’Empoli, come detto, si scatena. Dopo 30 secondi Mario Rui pesca Zielinski sulla trequarti, il polacco finta il tiro da fuori e invece al volo pesca Maccarone al centro dell’area, l’attaccante tira e batte Belec di prima intenzione. Siamo al 38 secondo. Dopo 5 minuti ecco il raddoppio: palla in profondità di Maccarone per Saponara che da posizione defilata batte con un preciso diagonale Belec. Due a zero e Carpi completamente in balia degli azzurri che insistono. Saponara, che per esultare aveva abbracciato Giampaolo, si esalta e al 13′ lascia sul posto due avversari e dal limite tenta un pallonetto che termina di poco sopra la traversa. Non è finita: al 16′ Buchel si inventa un assist per Maccarone, lo pesca alle spalle di Zaccardo e il capitano e centravanti azzurro stop e di sinistro spara un sinistro che termina sotto la traversa. Sul 3-0 la gara è virtualmente chiusa. Castori aveva provato le carte Borriello e Di Gaudio, al 7′, ma in campo l’Empoli ha continuato a gestire il risultato fino all’ultimo. Poche le parate di Skorupski e tanta sofferenza per la squadra di Castori che perde un importante scontro diretto. Per l’Empoli invece è il momento più alto degli ultimi anni, un periodo eccezionale. Giampaolo si sta dimostrando degno successore di Sarri. E anche l’organico sta sorprendendo. La salvezza sembra davvero alla portata per gli azzurri.
MILAN VERONA 1-1
MILANO, 13 DIC – Sotto una pioggia di fischi il Milan non va oltre l’1-1 a San Siro con il Verona ultimo in classifica. Cartellino rosso per Nigel De Jong che causa il rigore realizzato da Luca Toni. Un episodio che decide la partita e vanifica la rete realizzata da Bacca ad inizio ripresa. Ennesimo passo falso dei rossoneri dopo il pari col Carpi, ma Sinisa Mihajlovic a fine partita contesta l’arbitraggio: «Da alcune giornate ci stanno penalizzando. Ci hanno annullato due gol su fuorigioco inesistenti e così non si può andare avanti. C’era anche un rigore netto su Bonaventura». Tuttavia, al di là delle decisioni non sempre lucide di Valeri, la prova del Milan è pessima e con questo passo è difficile pensare di poter centrare il traguardo Champions League chiesto da Adriano Galliani e Barbara Berlusconi. Il presidente non era allo stadio, ma è facile pensare che sia arrabbiato. Dicembre nero per Mihajlovic che sembra meno saldo su una panchina che scotta sempre di più. Le scelte tattiche, come quella di De Jong che vanifica con un’espulsione la chance concessagli dal tecnico, e l’assenza di gioco anche contro le piccole, gettano ombre sul futuro del tecnico. La Curva Sud, esasperata da annate poco soddisfacenti, contesta la squadra e l’ad Adriano Galliani, per i tifosi unico colpevole delle difficoltà del Milan. I rossoneri sbagliano completamente l’approccio alla gara. Il Verona, a caccia di punti salvezza, scende in campo coraggioso e ambizioso. Il Milan, rivoluzionato ancora una volta da Mihajlovic, fatica a costruire. Bacca e Luiz Adriano, di nuovo insieme dal 1′ due mesi dopo l’ultima volta, non riescono a duettare. Niang prova ad adattarsi al ruolo di esterno destro di centrocampo, ma non è a suo agio. Montolivo sbaglia tutto, anche i passaggi più semplici. Al Milan servono 18′ prima di farsi pericoloso: Bonaventura apre per Niang e il francese scheggia il palo da ottima posizione. Al 23′ Luiz Adriano calcia di prima intenzione sugli sviluppi di un calcio d’angolo e Romagnoli non trova la deviazione vincente per un soffio. Il Milan prende coraggio e alla mezz’ora arriva l’occasione più limpida: scambio veloce Bonaventura-Bacca, ma il centrocampista calcia addosso a Gollini. Due minuti più tardi, Toni protesta per un fallo da rigore di Alex, ma Valeri lascia correre. Ed è la prima, di una serie di scelte che verranno duramente contestate. Al 34′ doppia occasione del Milan: prima Bacca impegna di testa Gollini che smanaccia, i rossoneri sulla ribattuta potrebbero segnare ma l’arbitro ferma tutto per un fuorigioco inesistente. Poco dopo Luiz Adriano va in gol, ma anche in questo caso la rete è annullata per posizione dubbia di Bacca. Furia del Milan, delusione dei tifosi che fischiano i rossoneri. Nella ripresa il Milan scende in campo con maggiore decisione e dopo 7′ si porta avanti grazie alla rete di Bacca: Niang serve al centro Luiz Adriano che verticalizza per il colombiano. Un bel gol corale che risolleva il morale in uno stadio non gremito. Ma la gioia dura pochissimo: all’11’ De Jong atterra in area Greco che era solo davanti a Donnarumma. Valeri non ha dubbi, estrae il rosso ed indica il dischetto. Toni, bestia nera per il Milan, concretizza il rigore con freddezza. I rossoneri in dieci uomini per più di mezz’ora subiscono il contraccolpo. Gli animi sono tesi e al 27′ c’è anche un accenno di rissa dopo un fallo a metà campo. Bonaventura e Wszolek si strattonano, Bacca mette anche le mani al collo ad un avversario e Valeri a fatica ristabilisce l’ordine estraendo alcuni cartellini gialli. Dopo alcuni tentativi non concretizzati, altro episodio recriminato da Mihajlovic: al 42′ sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Bonaventura viene atterrato in area ma l’arbitro lascia correre. Contro le ultime due squadre della Serie A, il Milan non è riuscito a conquistare i tre punti. La colonna sonora per i rossoneri sono ancora i fischi di San Siro che non vede la fine della crisi. Dopo aver speso 100 milioni sul mercato, il settimo posto in classifica a 25 punti non possono bastare. Come ha detto Galliani «al Milan nessuno può stare tranquillo», né lui né Mihajlovic. Le difficoltà della squadra riflettono quelle della società dove continua la ‘diasporà tra Barbara e lo stesso Galliani con mr.Bee che svanisce all’orizzonte.
F
onte: Ansa