S
i è concluso il derby della Capitale e tra le tante notizie a cui far riferimento, c’è anche quella relativa al dato sugli spettatori paganti dello Stadio Olimpico. Un derby vuoto come mai si era visto in città. La curva Sud era vuota, ma quella della gente laziale lo era ancor di più.
Una sconfitta per tutti. In primis per le istituzioni che, dati alla mano, hanno allontanato i tifosi dallo stadio e dalla passione popolare del calcio, un gioco da sempre figlio della cultura italiana e non certo simile nè a una partita di tennis, nè ad uno spettacolo teatrale.
All’evento hanno assistito appena 29.500 tifosi, di cui 3500 ospiti. Un dato inequivocabile che deve far riflettere chi organizza e gestisce il sistema calcio del nostro paese, a corto di idee concrete in grado di risollevare un settore in forte crisi strutturale e senza visioni manageriali degne di interesse.
Oggi non ha perso soltanto la Lazio, ma anche tutte le istituzioni che non sono riuscite a coinvolgere in questo progetto fantascientifico la parte più importante del calcio. Quella che paga sempre il biglietto, quella che non si vende le partite, quella lontana da Blatter e da Platini, quella che lavora dalla mattina alla sera, quella che fa gli abbonamenti TV, le trasferte, compra i gadget, i quotidiani, va a votare e si costruisce una famiglia. Insomma, sì loro, l’essenza del calcio… I TIFOSI. I VERI PADRONI DEL CALCIO… D’altronde da una capitale europea, che nell’anno del Giubileo, non ha un sindaco nominato dai cittadini, cosa ci dovremo mai aspettare? Noi Romani non ci meritiamo uno stadio così vuoto con delle norme così severe e restrittive, con cancelli, grate, perquisizioni e telecamere puntate. Noi vogliamo andare alla stadio per divertirci e stare in serenità con i nostri amici o le nostre famiglie. E sì giusto, giustissimo combattere la violenza, ma prima crediamo sia il caso di dare una piccola “registrata” a tutto il sistema calcio, e non soltanto ai tifosi, che poi diciamocelo francamente, sono l’anello debole della catena.
“L’ingiustizia genera violenza. La libertà valorizza l’uomo”
Buongiorno dal vostro Direttore