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TEMPI BELLI – Nessuno può fermare il TagliaVento

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Vento e TagliaVento. I due fattori derby, un altro derby maledetto, sono stati questi. Vento contrario, quello che ha fatto sbattere il potenziale eurogol di Felipe Anderson sulla traversa. E poi giù oltre la linea, una sottile linea rossa di sfiga che ormai dura dal doppio palo di Djordjevic nella finale di Coppa Italia. E poi lo stesso Filip e Klose che non prendono lo specchio neanche a porta spalancata: per la serie quando una partita non gira… non gira!

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Il tedesco fino al 26 maggio si portava addosso i galloni di uomo derby. Poi, nella stracittadina successiva, errore da due passi e primo ko che ha aperto una nuova serie negativa, fatta finora di due pareggi e tre sconfitte. E un gol sbagliato clamorosamente anche lo scorso maggio: quello di ieri, quasi al 90′, forse avrebbe cambiato poco, ma è stato l’ennesimo segnale che il Vento, per ora, non ha intenzione di cambiare.

E il TagliaVento? Neanche, visto che l’arbitro di Terni, dopo tante trasferte a Milano da incubo e un derby con due rigori contro fischiati e uno clamorosamente negato (Riise su Mauri, do you remember?) ha aggiunto un altro tassello al suo mosaico laziale. Roba da ridere, se non ci fosse da piangere: nel match tra i migliori contropiedisti d’Italia, chi fosse passato in vantaggio avrebbe avuto tre quarti di partita sul piatto e così puntualmente è stato.

Se il TagliaVento fischia ormai solo dalla stessa parte e ormai si sa, fischia Vento di bufera sul campionato della Lazio, con sei sconfitte in dodici partite non potrebbe essere altrimenti. Ma la certezza è anche un’altra: il Vento in poppa di chi vince il derby ieri era velato da una certa brezza di nervosismo. Parlare di Lulic-Salah quando si ha Nainggolan in squadra è un segnale che tradisce una certa inquietudine. La “verginità arbitrale” servirà più che mai in un campionato che si deciderà sul filo del rasoio. Chi si è giocato già parecchi bonus in questo senso, forse ha paura che il Vento possa cambiare. Il TagliaVento, lui invece, non cambia mai.

Fabio Belli

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