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I Signori dei rigori da fermo

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Per tanti anni ha fatto gioire i tifosi biancocelesti. Una piccola furia bionda che ha fatto impazzire le difese avversarie realizzando in 152 incontri ben 107 reti. Ha segnato a ripetizione e in tutte le maniere, soprattutto con il sinistro ma anche con il destro, su rigore (li tira senza rincorsa), su punizione, in mischia, con tiri potenti da fuori, in acrobazia, su azione personale dopo aver dribblato l’intera difesa avversaria… un vero idolo per i suoi sostenitori. Come certamente si sarà capito stiamo parlando di Beppe Signori che, nonostante non abbia mai vinto nulla con la squadra biancoceleste, a livello personale si è aggiudicato ben tre titoli di capocannoniere. L’attaccante lombardo, esperto di calci di rigore (in carriera ne ha segnati una sessantina a fronte di 4-5 sbagliati), dopo l’errore di Neymar con i giallorossi è stato intervistato dal quotidiano spagnolo As. Queste le sue parole sull’episodio: “Io i rigori li tiravo quasi da fermo, Neymar invece usa ancora meno rincorsa di me per batterli. Il vantaggio di tirare in questo modo è quello di non dare tempo al portiere di buttarsi prima. Sono sempre stato dell’idea che un calcio di rigore debba essere tirato più di precisione che di forza, se il tiro è esatto il portiere non ha tempo per replicare. Il segreto è tutto nel guardare le ginocchia del portiere. Sono tecniche affinate con il tempo e con lo studio, a forza di vedere i video delle partite mi resi conto che senza la rincorsa il portiere era obbligato a tenere un ginocchio più basso dell’altro per anticipare il tiro e questo mi ha fatto capire dove dovevo tirare”.

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