LE TIFOSERIE — Non solo protagonisti sul campo. Il derby capitolino si gioca anche sugli spalti. E se dopo i 5 confronti vinti la sud stravolge lo slogan laziale “quelli che hanno portato il calcio a Roma” con “quelli che hanno portato il Bingo a Roma”, i biancocelesti dopo lo storico derby di Coppa Italia, hanno dato libero sfogo alla fantasia: dal “t’ho alzato la Coppa in faccia” fino al “Lulic ‘71”. Il 22 settembre 2013 c’è il primo derby dopo la finale di Coppa Italia, i laziali lasciano la curva vuota con uno striscione per ricordare ai rivali la sconfitta: “Ah dimenticavo c’è il ‘memorial’ derby… finisco la birra e poi entro”; la risposta dei romanisti nel febbraio 2014: “Avete già finito la birra? Sbrigateve che Lotito ve se venne pure er pub”.
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Roma-Lazio, da Chinaglia e Di Canio a Totti e Paolo Negro, gli sfottò del derby
Archiviata con due vittorie la parentesi Europa, a Roma è già tempo di derby. L’ultimo, alla penultima della scorsa stagione, deciso dal colpo di testa di Yanga-Mbiwa, valeva l’accesso diretto alla Champions; altre volte in palio c’era solo la supremazia cittadina, ma polemiche e sfottò non sono mai mancati. Dal lontano ‘74 quando Giorgio Chinaglia puntando l’indice verso la Sud diventa simbolo della rinascita laziale dopo i difficili anni ’60, fino all’ultimo derby quando Totti e Florenzi con le magliette “game over”, “stai sempre a parla’, ora che te voi inventa’ ” e “rigiochiamo anche domani”, si fanno beffa di Claudio Lotito che tanto si è adoperato per lo spostamento del match. E come dimenticare il dito medio di Paolo Di Canio nel gennaio ’89 rivolto alla curva giallorossa? Probabilmente Daniele De Rossi non l’ha fatto. Già, perché nel maggio 2015 decide di ricambiare il favore, destinataria stavolta la Nord. Geniali poi gli sfottò di Francesco Totti: dalla maglia del “Vi ho purgato ancora” dell’aprile ’99 (poi replicata da Osvaldo con “Vi ho purgato anch’io”, un boomerang perché la Lazio rimontò e vinse, e lui venne insultato persino dai suoi tifosi), al selfie sotto la Sud del gennaio 2015. Passando per il pollice verso dell’aprile 2010, per ricordare ai cugini il rischio retrocessione. Oppure ancora Chinaglia, che da solo sfida una curva intera, sporgendo in modo provocatorio il piedino dal tunnel degli spogliatoi nell’angolo tra la Sud e Monte Mario.
Negro e Lanna — Ma il derby può essere un’arma a doppio taglio. Può regalarti il Paradiso, vedi Lulic e Yanga-MBiwa, o l’Inferno (calcistico), bussare Paolo Negro o Marco Lanna, bandiere loro malgrado. Si, perché un errore nel derby è un marchio a vita. Negro resta tutt’ora un eroe nazional-popolare tra i tifosi romanisti, anche se sono passati ormai 15 anni dalla goffa autorete – in collaborazione con Nesta e Peruzzi – che decide il derby nell’anno dello scudetto della Roma. Marco Lanna nel febbraio ’96 diventa idolo biancoceleste con un inspiegabile fallo di mano che regala un rigore, poi trasformato da Beppe Signori in un Lazio-Roma 1-0. E se Paolo Negro deve ancora fare i conti con il celebre coro “canteremo tutti insieme Paolo Negro gol!”, la risposta biancoceleste è affidata ad un “agguanta la palla Marco Lanna”, sulle note della Macarena.
Esultanze sfrenate e gioie incontenibili. Il derby è questo e molto altro. Come non ricordare la corsa di Carlo Mazzone con le tre dita al cielo per le reti di Balbo, Cappioli e Fonseca in un Lazio-Roma 0-3 del novembre ’94? E l’espulsione di Reja per il gol di Klose nell’ottobre 2011? Francesco Totti in conferenza stampa punzecchia il tecnico biancoceleste definendolo “uomo derby” a causa dei 5 k.o. di fila. Una vigilia rovente, a cui la Lazio preferisce non replicare. Sul campo però il risultato di 2-1 (Hernanes e Klose) rompe la maledizione derby per Reja che, preso dall’entusiasmo, corre ad esultare sotto la Nord rimediando un’espulsione. E poi ancora il celebre tuffo nel Fontanone del Gianicolo di Delio Rossi per il derby vinto 3-0 dalla sua Lazio nel dicembre 2006, e lo show in conferenza stampa del testaccino Claudio Ranieri al termine di Lazio-Roma 0-2 nel novembre 2010, con il suo famoso: “Stamo a gode come ricci”.
STAVOLTA SENZA?— E domenica sarà di nuovo derby. Forse diverso rispetto al solito, con le due curve che minacciano di disertare la sfida per proseguire la protesta contro le misure di sicurezza disposte dal prefetto Franco Gabrielli. I soli 5000 tagliandi venduti fino a questo momento testimoniano che il rischio di un derby (quasi) senza tifosi, stavolta è concreto.
Fonte : La Gazzetta dello Sport
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