Ex attaccante biancoceleste ai tempi del ritorno in Serie A alla fine degli anni ottanta e ora allenatore al fianco di Angelo Adamo Gregucci dell’Alessandria, seconda in classifica in Lega Pro, Antonio Rizzolo è rimasto un personaggio sempre vicino alle vicende biancocelesti. Forse perché quelli con la maglia della Lazio sono stati i primi gol in Serie A, forse perché in un attaccante proveniente dalla Primavera i tifosi si identificavano in quella che al momento era una fase di rinascita. Rizzolo è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva per fare il punto dopo il pari della squadra di Pioli contro il Palermo.
“Quelli alla Lazio furono anni importanti, esaltanti,” spiega partendo dai suoi ricordi in biancoceleste Rizzolo, “l’anno che ricordo con grande affetto è quello del ritorno in Serie A. Ma la stagione dopo arrivarono i miei primi gol nella massima serie. Al Napoli e poi una doppietta al Verona in cui era proprio Pioli a marcarmi.“
Il mister sembra al momento il capro espiatorio nella brutta situazione biancoceleste. Secondo Rizzolo: “Spesso purtroppo è l’ambiente di Roma ad essere un vero tritacarne, anche e soprattutto per i tecnici. A mio avviso Pioli è un allenatore di grande spessore che riesce a regalare grande equilibrio alla squadra. Purtroppo i risultati condizionano molto il giudizio della gente, ma a volte bisogna anche chiedersi se sia sempre e solo colpa del tecnico, o se ci sono altre motivazioni alla crisi. Giocatori che fino all’anno scorso facevano la differenza non stanno garantendo lo stesso rendimento ed i problemi si stanno moltiplicando. Si innescano meccanismi anche a livello mentale nei giocatori con i quali è difficile convivere. Candreva e Biglia non sono quelli dell’anno scorso e quando l’apporto di giocatori di tale spessore viene meno è difficile ritrovare la quadratura del cerchio. Al di là delle possibili dinamiche dello spogliatoio io sono sempre dell’idea che un giocatore che desidera essere ceduto va ceduto, ad ogni costo.“
Sul mercato Rizzolo ha le idee chiare: “Ci si aspettava qualche operazione in più: andare avanti in Champions League significava soldi, prestigio e soprattutto entusiasmo per i calciatori. Un eventuale investimento sarebbe stato potenzialmente ripagato. Ora la società deve per forza di cose sostenere l’allenatore con tutta la convinzione possibile ed immaginabile. Ed i calciatori devono rispondere e fare i professionisti, al di là di quello che potevano aspettarsi in estate.“
Fabio Belli