Uniti nel nome della Lazio. Non esistono altri modi per uscire dalla crisi. Tutti in castigo e ritiro a tempo indeterminato, il processo è già scattato. Formello s’è trasformato in un vero e proprio bunker, è vietato superare il cancello d’ingresso, giocatori blindati e bonus terminati, lo ha ordinato il presidente Lotito. Vale anche per Pioli, l’ultimatum di tre gare partirà con il Dnipro in Europa League, durerà fino alla sfida con la Juventus, la società si aspetta una reazione immediata. Non basterà solo vincere, servirà l’atteggiamento dello scorso anno, la filosofia che trascinò la Lazio in Champions League. Il raduno di lunedì sera ha rappresentato il primo passo verso la riscossa, la cena in programma alle 20.30 ha riunito l’intero gruppo, era presente anche il diesse Tare.
Bocche cucite e poca voglia di parlare, confronti quotidiani (anche tra Tare, Pioli e i leader del gruppo da Biglia a Candreva), c’è la volontà di chiarire al più presto. Clan e giocatori divisi, spogliatoio spaccato in due, motivazioni sotto zero, una fascia da capitano che ha creato più di un problema, se ne sentono di tutti i colori. E le punizioni continuano, fissato per ieri un doppio allenamento (inizialmente era in programma solo la seduta del pomeriggio), la Lazio non può perdere altro tempo: lavoro atletico la mattina, prove tattiche alle 16, Pioli dovrà decidere entro oggi la formazione per domani sera (turnover massiccio e spazio a Kishna, Konko, Radu, Cataldi, Berisha e Matri). Keita è squalificato, ieri ha scelto il Senegal, non giocherà con la Spagna.
Bloccati i social Network, per il momento si parla solo sul campo, tra Murelli e Cataldi è pace fatta: il giovane centrocampista era stato ripreso dal vice di Pioli per una risata in panchina (durante la gara con il Palermo) considerata fuori luogo e inopportuna, molto probabilmente verrà multato. Non si accettano più comportamenti del genere, da adesso in poi tutti dovranno remare dalla stessa parte, stop ad inutili individualismi, il gruppo è chiamato a rispondere. Lo staff tecnico proverà a lavorare sulla testa dei giocatori, i rapporti personali diventano fondamentali, nei prossimi giorni verranno studiate iniziative per ricompattare la rosa. E intanto però il ritiro dovrà risollevare la Lazio, i senatori sono obbligati a reagire: Klose, Mauri e Biglia su tutti, spetterà a loro coinvolgere anche i più giovani e dimenticare le ruggini del passato.
Se lo augura Pioli, altrimenti sarà lui il primo e unico a pagare: Lippi-Brocchi, Guidolin (ha smentito nella giornata di ieri), Prandelli, Del Neri, la vecchia fiamma Yakin, c’è la fila alle spalle del mister di Parma. L’allenatore svizzero era stato a un passo nel 2013, l’esonero di Petkovic portò alla fine sulla panchina biancoceleste l’ex Reja. Ma i rapporti con Tare sono ancora buoni, Murat ha lasciato lo Sparta Praga in estate, è libero di firmare per un altro club, la Lazio potrebbe essere in agguato. Il presidente Lotito proverà fino all’ultimo nel tentativo di rianimare la squadra con Pioli al comando, difficilmente cambierà tanto per farlo, cercherà di dare continuità al progetto. Il tecnico non vuole mollare, lo ha fatto sapere ai suoi collaboratori, è convinto di uscire dalla crisi nel giro di poche settimane. Lavorerà cercando di trovare un compromesso con la squadra, ha bisogno la fiducia di tutti, dovrà ripartire da zero. È il momento di stringere i denti.
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onte : Il Tempo