C’è una Lazio che fatica nel gioco e nei risultati, che si guarda in faccia dopo tre debacle di fila, le sconfitte con Atalanta e Milan erano solo un anticipo del derby. C’è una Lazio che non riesce a ritrovarsi, che segna poco – solo 16 gol fatti – e subisce fin troppo, tanto da laurearsi come seconda peggior difesa della serie A con 20 reti incassate. Stefano Pioli ha chiamato spesso all’appello gli uomini chiave nella rosa biancoceleste, quelli insomma che lo scorso anno gli hanno regalato terzo posto e Champions. Da Candreva a Felipe Anderson, in troppi non hanno ancora risposto all’appello.
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oi c’è un’altra Lazio, faccia opposta della medaglia, quella in giro per il mondo con le diverse nazionali. Le convocazioni sono arrivate per dodici biancocelesti, impegnati tra partite amichevoli o qualificazioni, e con la maglia della propria rappresentativa nessuno ha fallito. Anzi, tutti hanno dimostrato quella condizione fisica e voglia di essere decisivi che a Roma latita da un po’.
Vedi alla voce Antonio Candreva, ormai pilastro per l’Italia di Antonio Conte, leader assistman e goleador. Il ct stravede per lui, il centrocampista lo ripaga adattandosi a giocare anche sulla corsia sinistra, non certo la sua preferita. Nell’amichevole contro il Belgio, nonostante la sconfitta, si è rivelato uno degli azzurri più in forma. Tanto che al centrocampista romano sono bastati tre minuti per portare la Nazionale in vantaggio, perché se Pellè cicca ci pensa lui di mancino sottoporta a far gol. Non gli basta mai, corre e sfreccia a superare l’ex compagno Cavanda e sfiora il bis con un tiro che solo il miracolo di Mignolet può annientare. Antonio con la maglia azzurra addosso sembra rinato, con la Lazio in questa stagione ha collezionato soltanto due assist e un gol, oltre a prestazioni ben lontane da quelle a cui aveva abituato. Sessanta minuti con personalità anche per Marco Parolo, infortunio alle spalle e pedina fondamentale per Conte, i due sono ormai leader con l’Italia.
La criptonite biancoceleste per un Superman in Nazionale, la trama non cambia se si parla di Danilo Cataldi. Con l’Italia di Di Biagio è titolare inamovibile, ma soprattutto è riuscito a trovare la gioia del suo primo gol in stagione. La gara di qualificazione agli Europei 2017 contro la Serbia under 21 l’hanno decisa il centrocampista e il suo compagno alla Lazio Sergej Milinkovic-Savic. Il serbo a sbloccare il match con un tiro-cross dal fondo diretto in rete, il romano a pareggiare i conti con un destro potente e preciso dal limite. Danilo esulta con la rabbia della liberazione, simula sul viso un paio di occhiali come a dire che ci sa fare. E ora la rete vuole gonfiarla anche in biancoceleste, a dimostrare che la linea verde portata avanti dalla società può dare i suoi frutti.
Un segnale a Pioli lo ha lanciato anche Ricardo Kishna con l’Olanda under 21, un assist col tacco da impazzire servito per il gol decisivo. Un altro dettaglio salta agli occhi, tutti gli altri biancocelesti impegnati con le nazionali hanno saputo mettersi in mostra con prestazioni di qualità, anche senza colpi risolutivi. Da Biglia con l’Argentina nelle qualificazioni ai Mondiali 2018 a Lulic che si gioca i playoff per Francia 2016 con la Bosnia-Erzegovina, da Felipe Anderson con il Brasile under 23 a Onazi con la Nigeria. Ora alla ripresa del campionato, la Lazio è chiamata all’esame Palermo e sbagliare ancora è severamente vietato. E Pioli spera che le buone prestazioni in nazionale possano essere una cura efficace anche in biancoceleste per ritrovare vittoria e condizione.
Fonte : Il Tempo