Metempsicosi, reincarnazione. La Lazio che scende in campo all’Olimpico contro il Palermo si reincarna, se possibile, in una squadra ancor più brutta di quella vista nel derby. Svuotata di idee e gioco, ma soprattutto di voglia e intensità. Goldaniga ammutolisce i biancocelesti, il gol dell’1-1 su rigore firmato da Candreva non basta a scacciare la crisi. L’ottavo posto allontana gli uomini di Pioli addirittura dalla zona Europa League. Psicosi invece tra i tifosi, appena 10mila sugli spalti dopo gli attentati di Parigi, con qualche apprensione per un presunto allarme bomba quando uno zainetto da bambina resta incustodito in Tribuna Monte Mario: la paura purtroppo è evidente, i controlli al prefiltraggio notevoli, la zona intorno allo stadio completamente blindata. I fischi per i biancocelesti comunque non mancano, inevitabili quando i rosanero dell’ex Ballardini centrano il vantaggio: Goldaniga approfitta del tiro sbilenco di Laazar, intercetta il pallone e scarica di destro in gol.
La Lazio farfuglia appena qualcosa in avanti, ma è davvero poca cosa tanto che Candreva e Cataldi borbottano in panchina la mancanza di gioco, il vice Murelli li redarguisce a muso duro. Non si risorge dalle proprie ceneri, perché Hoedt la spinge in rete dopo un batti e ribatti ma l’arbitro aveva già fischiato un fallo in area di Djordjevic su Goldaniga. Così il secondo tempo sembra la triste fotocopia del primo, con l’unica differenza che Pioli prova a invertire la rotta con Candreva – il grande escluso a sostituire Felipe Anderson – e Matri per l’evanescente attaccante serbo. Comunque le marcature su Biglia annientano sul nascere il gioco della Lazio, Parolo è trasparente e gli unici sprazzi arrivano da Keita e Milinkovic-Savic. Marchetti fa il suo tanto da sventare il raddoppio del Palermo sul tiro dalla distanza di Chochev, colpevoli i biancocelesti di aprire oltremodo gli spazi. Poi l’episodio che stravolge la partita, Hiljemark atterra Lulic in area e Celi non ha dubbi sul calcio di rigore. Sul dischetto va Candreva, l’uomo più chiacchierato e criticato del momento, il suo tiro potente annienta Sorrentino per l’insperato pareggio della Lazio. La fenice sorride appena, almeno è qualcosa, e ritrova un po’ di fiducia. Non è che serva a molto, perché Marchetti salva ancora una volta i suoi sul tentativo di Rigoni, Ballardini si dispera in panchina per la sfortuna. Nel finale c’è spazio per un gol divorato da Kishna, tutto solo spedisce lontano dallo specchio della porta, e per un presunto fallo di mano di Laazar in area di rigore. Ultimi rammarichi di un amaro pareggio.
F
onte : Il Tempo