Tra i calciatori che sono mancati in questo primo terzo della stagione il nome di Marco Parolo era tra quelli più importanti. Il centrocampista, nello scorso campionato, aveva segnato 10 reti, alla stregua di una buona seconda punta, sfruttando gli inserimenti e il tiro da fuori. Aveva sempre degli spazi dove incunearsi e arrivare in zona importante, tutto sembrava studiato a memoria. In questo negativo scorcio di nuova annata, al contrario, Parolo, non si è mai ritrovato perché chiamato spesso a un duro lavoro di corsa votata alla fase d’interdizione.
Per lui spazi d’inserimento limitati e poche possibilità di arrivare alla conclusione, che resta il pezzo forte del suo repertorio. Aveva deciso l’unica vittoria esterna del campionato, quella di Verona, con una punizione dal limite, poi solo qualche piccola occasione. Nessuna traccia del centrocampista insidioso, perentorio e goleador che anche il ct Conte aveva ammirato e apprezzato tanto da chiamarlo in Nazionale.
Contro il Dnipro, anche per la posizione tattica assunta da Klose che non ha giocato da seconda punta ma quasi sempre da trequartista, Parolo ha trovato maggiori possibilità di affondare la falcata e andare ad attaccare gli spazi. Anche se la rete decisiva è arrivata nel secondo tempo, pure nel primo si è visto un calciatore più arrembante e presente nella metà campo degli ucraini, che ha cercato di dare dinamismo e incisività alla manovra biancoceleste.
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uesto è il Parolo del quale la Lazio ha bisogno per trovare più spesso il gol e conquistare qualche successo in più, un elemento che sia meno sacrificato nella fase difensiva per averlo pronto e lucido in quella offensiva. In questa dimensione tattica potrà tornare a essere un autentico valore aggiunto per invertire la tendenza negativa in campionato.
Fonte : Il Messaggero