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Raimondo Marino: “Candreva deve essere più leader. E si ricordi che alla Ternana…”

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Eroe del -9 in una squadra rimasta nella leggenda biancoceleste, Raimondo Marino è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio per parlare del momento della squadra di Stefano Pioli nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“.

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Cosa manca attualmente alla Lazio secondo Marino? “Alla Lazio manca un attaccante forte e dei difensori con grande personalità. Se vengono annullati i centrocampisti ci devono essere dei giocatori in grado di partire dalla difesa per impostare il gioco. La difesa va registrata assolutamente, deve essere la priorità immediata nel calciomercato. Serve un qualcosa in più a livello tecnico, giocatori che sappiano avere la meglio nell’uno contro uno, di portare in campo valori importanti. Poi è chiaro che le personalità devono sapersi bilanciare, tanti leader devono saper convivere. L’umiltà precede la gloria, si dice in gergo. Sul fronte offensivo io sono innamorato di Klose, che porta la sua personalità ed esperienza anche in trasferta. A volte una punta deve farsi rispettare, anche fisicamente, più di un difensore.

Su Pioli: “Oltre ad essere un grande allenatore è una bravissima persona. Gli serve più qualità: un mulo non potrà mai vincere anche se lo fai correre a San Siro. Ci sono giocatori che conosco molto bene che comunque possono dare di più. Antonio Candreva l’ho valorizzato io alla Ternana, anche se lui si è dimenticato di me. Era fuori rosa ma l’ho portato ad essere protagonista e da lì è esploso. Deve essere più tranquillo in campo e capire che è un leader di questa squadra. Può e deve essere un leader di questa Lazio.

Sulle altre realtà del campionato, Marino ha parole di elogio per Sarri: “E’ una persona umile, che sa mettere anche campioni e gregari allo stesso livello. Il Napoli e, purtroppo da laziale, anche la Roma, mi sembrano al momento le squadre che hanno qualcosa in più in chiave scudetto. Credo meno alla Fiorentina che gioca un buon calcio ma difetta in cinismo al limite dell’area. La Juventus ha perso leader importanti nello spogliatoio, mancano i punti di riferimento dell’anno scorso e si vede. Servono uomini veri anche fuori dal campo: ai miei tempi al Napoli Maradona era il leader in campo, ma i nostri riferimenti nella gestione della squadra erano Giordano, Bagni e Bruscolotti.

Fabio Belli

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