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Pioli ci crede: l’ora della svolta

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«Questo derby conta tanto. Può essere la svolta per la Lazio». Stefano Pioli lo sa, stravolge la massima di Zdenek Zeman, quella contro la Roma non sarà mai una partita come tutte le altre. Ripete a memoria i tre motivi che obbligano alla vittoria, mentre vive con apparente calma la vigilia della stracittadina.

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Motivo numero uno, comincia il tecnico biancoceleste, vincere per scalare la classifica. Il successo con il Rosenborg avrà anche ipotecato la qualificazione ai sedicesimi di Europa League, ma le ultime due sconfitte in campionato contro Atalanta e Milan hanno fatto perdere terreno: «Non siamo soddisfatti della nostra classifica, ma siamo pronti per diventare grandi. E se lo vogliamo fare veramente, questi sono gli appuntamenti che non possiamo sbagliare».

Motivo numero due, continua l’emiliano, la scorsa stagione sulla panchina biancoceleste ha lasciato un forte rimpianto. Pioli non ha mai vinto il derby da quando è il tecnico della Lazio. Un pareggio per 2-2 nella sfida d’andata contro la Roma, poi l’amara sconfitta del 25 maggio che quasi costò la qualificazione in Champions League: «Ogni partita ti insegna qualcosa e certamente nei due precedenti abbiamo peccato in alcuni aspetti. Per giocare il derby devi starci dentro con la testa e con l’attenzione, sono gare che vengono decise dagli episodi. In tutte le stagioni ci sono partite delicate, questa potrebbe essere una di quelle. Se l’anno scorso non avesse segnato Yanga-Mbinwa saremmo arrivati al secondo posto? Come si dice, se mio nonno avesse avuto…». Scherza il tecnico emiliano, esorcizza la tensione. Questo è il suo terzo derby ed è fermamente convinto che sia arrivato il momento di vincerlo. In tutta la carriera da allenatore (sulle panchine di Parma, Chievo Verona, Bologna e Lazio) contro la Roma non ha mai avuto troppa fortuna: ha sfidato i giallorossi 13 volte ed è riuscito a vincere soltanto in un’occasione, collezionando 5 sconfitte e 7 pareggi. Era la stagione 2012/13 e il tecnico guidava i felsinei nel 2-3 all’Olimpico del 16 settembre 2012. Historia magistra vitae, Pioli ha imparato a conoscere la Roma, sa anche che a questo derby ci arriva da favorita: «È una squadra forte, ne sono consapevoli anche loro. Hanno investito molto, ma noi vogliamo vincere. La squadra di Garcia ha il dovere di vincere qualcosa quest’anno – sottolinea ancora Pioli – Ma sarà il campo a parlare, il derby esula sempre dai pronostici perché è una partita da giocare dall’inizio alla fine. Conosciamo bene i nostri avversari, sono pericolosi nelle ripartenze e hanno importanti qualità: abbiamo la nostra mentalità, sappiamo cosa dobbiamo fare».

C’è un ultimo motivo, ricorda il tecnico biancoceleste, vincere per i tifosi laziali che non saranno all’Olimpico per il derby. Nessun dietrofront per la protesta contro il prefetto Gabrielli, le curve saranno vuote: «È una situazione che va risolta e per farlo basterebbe lasciare a casa quelli che non sono tifosi. È un peccato perché una partita così merita una cornice diversa, è un dispiacere e non fa bene a nessuno – continua Pioli – Ma non credo che influirà sulla partita in campo, l’importanza del derby si percepisce lo stesso». Poi un calcio alle statistiche e alla cabala. I precedenti col fischietto di Tagliavento non lo spaventano affatto: «So che in passato ci sono state polemiche, ma lo ritengo uno dei migliori e farà bene». Ma chi deciderà Roma-Lazio? «Chiunque può essere l’uomo derby, l’importante è che sia un giocatore della Lazio».

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onte : Il Tempo

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