Colonna del Torino dell’anno dello scudetto e tifoso del Bologna, Eraldo Pecci è stata un’icona del calcio italiano anni settanta. L’ex centrocampista è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” per parlare del momento-no della Lazio e fare un punto su una Serie A più che mai incerta.
La prima domanda riguarda proprio la bagarre in vetta al massimo campionato, con una considerazione anche sul Bologna che ha appena sostituito in panchina Delio Rossi con Donadoni: “Io penso che a prescindere dagli allenatori la situazione vada valutata in base alla rosa. C’è stato un cambio di allenatore ma la squadra va costruita coerentemente, senza riversare tutte le responsabilità sul manico. Sul campionato in generale la valutazione è incerta, sta tornando l’Inter ma Milan e Juventus non sembrano pronte quest’anno per il titolo. Si aprono così orizzonti inaspettati per le romane, il Napoli e la Fiorentina. i viola a me piacciono molto, gioca bene anche grazie al lavoro di Montella degli scorsi anni, ma li vedo un po’ indietro sul piano della mentalità vincente. In questo scenario anche la Lazio, se trovasse le forze per andare oltre i limiti evidenziati in queste prime giornate, potrebbe competere al massimo livello. Al momento vedo meglio il Napoli perché Sarri ha registrato la difesa: i partenopei sembrano più affidabili rispetto a una Roma che ha fiammate di grande gioco, ma si spegne troppo spesso e troppo facilmente.“
Ma i limiti della Lazio sono più tecnici, atletici o caratteriali? “Va sottolineato che non è solo la Lazio ad avere dei limiti. Non c’è la Juventus degli ultimi quattro anni: la Lazio è competitiva così come lo sono le altre, ma nel campionato di oggi squadre come la Sampdoria, il Torino o l’Empoli possono metterti sotto in qualsiasi momento. Vale anche per l’Europa, con le squadre che fanno l’Europa League come la Lazio che possono forse avere qualche ambizione in più di arrivare in fondo rispetto a quelle impegnate in Champions.“
Domenica ci sarà un derby senza tifo: al di là di questa cornice inconsueta, che partita sarà? Secondo Pecci: “Non mi è mai capitato giocare una partita senza le Curve, meno che mai un derby. Di sicuro bisognerebbe andare allo stadio in un clima ben più disteso. Vincere eventualmente il derby regalerebbe una bella spinta, ma questa più che una Serie A è una Serie A/2: fra tanta incertezza e un pizzico di mediocrità, se qualcuno trovasse una vera continuità, al di là del vincere un derby o una singola partita, potrebbe andare a vincere il campionato.”
Fabio Belli