D
iciamocelo. Con estrema onestà intellettuale. Non si possono prendere sei goal contro il Barcelona e, contestualmente, perdere tre punti in casa a favore dell’Atalanta. Perché se il parziale tennistico subito contro i blaugrana è umanamente incontestabile, di contro la sconfitta in casa contro i bergamaschi è calcisticamente inaccettabile. Bisognava reagire. Immediatamente. Con orgoglio e intelligenza voltare pagina per cercare di mettersi subito alle spalle una sconfitta completa dal punto di vista tecnico-tattico. Ma cosi non è stato. Anzi. Il crollo di Barcelona si è trasformato contro l’Atalanta in una resa. Ancora più amara, pesante, ingiustificabile. Peraltro accompagnata da una duplice umiliazione: per il coro di scherno al rigore del raddoppio bergamasco, per la bordata di fischi al termine della gara. Inopportuno il primo. Comprensibile la seconda. Si conclude cosi una settimana tutt’altro che facile per i colori giallorossi. Vissuta da semplici spettatori di un teatrino al quale avrebbero certamente voluto fare a meno.
Simone Roselli