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La rivincita di un piccolo-grande giocatore: Sergej Milinkovic-Savic

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Grinta, tecnica e talento…il tutto concentrato in un colosso (1,93 m) di soli 20 anni: Sergej Milinkovic-Savic.
E’ incredibile la rapidità con cui, nonostante la giovanissima età, il talento serbo sia riuscito a conquistare il cuore dei tifosi e a diventare un elemento fondamentale nello scacchiere tattico di mister Pioli. Sembra ieri che, dopo una trattativa estenuante con il Genk, complice anche la concorrenza della Fiorentina dei Della Valle, Sergej muoveva con difficoltà i suoi primi passi in un grande campionato come quello italiano e tutto ciò che esso comporta (nuovo paese, lingua nuova, ecc.) senza contare poi il peso di quei 9 milioni di euro spesi per strapparlo alla concorrenza che sembravano un macigno troppo grande per le sue giovani spalle. “Non è un giocatore in grado di spostare gli equilibri” aveva tuonato il ds viola Padrè dopo aver perso il duello di mercato con la Lazio, e purtroppo i fatti “sembravano” dargli ragione. Sergej appariva impacciato e irruento, insomma un inizio che non giustificava la spesa fatta per lui. Eppure il ds Tare non ha mai avuto dubbi sull’investimento fatto, si è subito innamorato del suo talento, lo ha voluto tutti i costi convinto che presto il suo potenziale sarebbe emerso. Del resto se vieni nominato 3° miglior giocatore del mondiale U20 qualcosa deve pur significare. Poi la svolta: Serbia Lituania under 21, il gigante serbo realizza un assist e due gol. Da lì migliora in maniera esponenziale trovando gloria anche con la maglia biancoceleste: dall’esordio europeo (con tanto di gol) contro il Dnipro in Europa League in poi, Sergej è stato una sorpresa continua e ha conquistato presto il posto da titolare nella Lazio. Il suo grandissimo talento, l
a duttilità e la sua intelligenza tattica hanno reso il centrocampista classe ’95 un jolly prezioso per la Lazio a cui è estremamente difficile rinunciare. Ora pare inarrestabile e se ne sono accorti “tutti“: colpi di tacco, sombreri, grandi abilità nel possesso palla, prepotenza fisica e a dispetto della stazza, tanta, tantissima corsa (record di km percorsi in una partita nella 9° giornata di campionato). Adesso è palese il perchè la Lazio ha voluto fare All-in per portarlo a Roma e finalmente ne raccoglie i frutti.
La presenza del colosso serbo nell’undici biancoceleste scatena la fantasia degli esterni offensivi, abili ad inserirsi negli spazi e a sfruttare le innumerevoli spizzate del centrocampista. Stessa sorte per il centravanti di turno, liberato dalla morsa dei due centrali avversari, uno dei quali costretto a contrastare il trequartista serbo sulle palle alte. Inutile dire che ora i paragoni illustri degli addetti ai lavori abbondano: chi rivende in lui il giocatore del Chelsea Nemanja Matic o uno dei giocatori più forti in circolazione, cioè il campione del Manchester City Yaya Tourè. Venturin l’ha addirittura definito tecnicamente più forte di un grande ex come Dejan Stankovic.
E’ vero che è dura non sognare di fronte a questi paragoni, a maggior ragione quando sai che Sergej è tra i 40 candidati al premio Golden Boy 2015 (premio fino ad ora vinto da grandi giocatori come: MessiAgueroFabregasRooneyPogba e Gotze, oltre all’ultimo vincitore Raheem Sterling), ma come ha sempre ribadito Stefano Pioli, il ragazzo va lasciato libero di lavorare in pace e senza pressioni, i risultati verranno da sé e se questa è solo la punta dell’iceberg…
Insomma,  tutto questo a soli “vent’anni”…possiamo solo immaginare cosa potrà fare quando la sua maturazione calcistica sarà completata.

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Marco Lanari

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