La Lazio sta vivendo un momento decisamente negativo. Un punto in quattro partite rappresentano un segnale inequivocabile che c’è una forte crisi e problematiche interne che necessitano di essere risolte il prima possibile per poter rimanere in corsa per le posizioni che contano. Si spera che il ritiro ordinato oggi dalla società (il 2° dopo la bruttissima sconfitta di Napoli) permetta alla squadra di ricompattarsi, di chiarirsi (magari anche in modo acceso e vivace), di ritrovare le motivazioni e quegli stimoli troppo spesso assenti in questa prima parte di stagione. A questa squadra ora manca quell’ingrediente segreto che invece aveva in abbondanza fino alla scorsa stagione, la grinta…una qualità che l’ex Lazio Sebastiano Siviglia conosce molto bene e sa che vuol dire andare in ritiro per guardarsi negli occhi e ritrovare lo spirito di gruppo ormai da troppo tempo smarrito: l’ex numero 13 biancoceleste infatti ha vissuto l’esperienza del ritiro nel 2009 quando la Lazio era allenata da Delio Rossi a Norcia dopo tre sconfitte consecutive (ritiro che portò poi alla bellissima vittoria del derby per 4-2 e poi alla vittoria della Coppa Italia ai rigori contro la Sampdoria di Mazzarri). Proprio per fare un confronto tra le difficoltà della sua Lazio e questa attuale e per spiegare l’importanza che può avere il ritiro per tutto il gruppo, la redazione di lalaziosiamonoi.it ha contattato l’ex difensore biancoceleste Sebastiano Siviglia. Queste le sue parole:
RITIRO 2.0: “Il ritiro serve per ritrovarsi, guardarsi negli occhi e cercare di risolvere le problematiche, penso che la società abbia effettuato questa scelta in tal senso. Inteso come una punizione non serve a nulla, la squadra ha bisogno di un aiuto in questo momento. Bisogna parlare chiaramente e cercare di risolvere le problematiche interne, che sono evidenti, come visto nelle ultime prestazioni. Ci si aspettava una buona reazione dei ragazzi, invece hanno subito la voglia e la determinazione del Palermo“.
CONFRONTO CON NORCIA: “Non so se ci sono analogie. Si va in ritiro per fare la quadra, se non ci si ritrova insieme per una soluzione al problema serve a ben poco, si pressano ulteriormente i giocatori. Son convinto che oggi più che mai ci sia bisogno di chiarezza…”.
PALERMO: “Bisogna essere sinceri e ammettere che la partita si era messa maluccio. Il Palermo ha avuto 2-3 occasioni nitide per raddoppiare, Marchetti è riuscito ad opporsi molto bene. La Lazio ha avuto poche opportunità per ribaltare la pratica, bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno. La Lazio ha un potenziale importante, contro il Palermo mi aspettavo una reazione cattiva, con un’altra determinazione. Invece sono stati evidenziati mugugni e situazioni di gioco che non filano per il verso giusto”.
LE TENSIONI FUORI DAL CAMPO: “È giusto che i giocatori facciano i giocatori, che provvedano ad andare in campo per svolgere il proprio compito. L’allenatore ha il suo ruolo, è importante che le parti si chiariscano. Stare lì a recriminare e a scaricarsi le colpe l’un l’altro non è la direzione giusta. Bisogna mettersi davanti allo specchio e assumersi le proprie responsabilità. Si esce tutti insieme da questo problema, non individualmente nè criticando. Se c’è qualcosa da dire bisogna farlo all’interno dello spogliatoio, i panni sporchi si lavano in casa”.
COME RIMEDIARE: “Qualcosa manca in qualche reparto per via degli infortuni, parliamo della difesa. Metter qualcuno lì è utile, allo stesso tempo cambiare Pioli sarebbe inopportuno. Ha fatto un gran lavoro finora, bisogna risolvere altri tipi di problematiche. La serenità arriva quando tutti fanno il proprio lavoro senza interferire, con coscienza. Bisogna tirarsi su le maniche, lavorare con professionalità, dare priorità agli obiettivi della Lazio: riacquistare quella serenità che ha fatto sì che la Lazio facesse un grandissimo campionato lo scorso anno”.
STAGIONE COMPROMESSA?: “Non è compromessa nel modo più assoluto, serve ottimismo. I problemi ci sono e possono essere risolti. Questa squadra ci ha fatto vedere grandissime partite lo scorso anno. Chi non si sente coinvolto è giusto che faccia delle scelte. È importante ritrovare una certa serenità, una gioia nel fare il proprio lavoro”.