AGGIORNAMENTO ORE 01.28 –
La Francia ha sganciato 20 bombe e nei raid sono stati impiegati 12 aerei, tra i quali 10 caccia da combattimento, partiti simultaneamente dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania. In città, oltre l’energia elettrica, è stata tagliata anche la fornitura di acqua. Lo riferisce l’Ansa.
Distrutti due campi di addestramento, annuncia il ministero della Difesa della Francia. Sono almeno 10 i raid compiuti contro il polo petrolifero siriano di Dayr az Zor, da mesi nelle mani dell’Isis: lo riferiscono gli attivisti dell’opposizione anti-Assad. Grazie alla conquista della città, nell’est della Siria, l’Isis riesce a garantirsi milioni di dollari di proventi nel traffico illegale di petrolio.
L’aviazione francese ha compiuto domenica sera attacchi contro posizioni dell’Isis a Raqqa, la capitale dello Stato Islamico. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Parigi precisando che sono stati impiegati complessivamente 12 aerei, di cui 10 caccia da combattimento. La Francia era già da tempo impegnata in attività militari in Siria – e questo è stato tra l’altro indicato come il principale motivo alla base degli attentati di venerdì sera – ma i nuovi raid vengono visti come una risposta diretta alle ultime azioni dei terroristi, che hanno provocato 129 morti e circa 300 feriti. Lo stesso presidente François Hollande, nel suo intervento a caldo dopo le stragi, aveva fatto sapere che la risposta dell’Eliseo sarebbe stata «determinata e spietata». E pure il primo ministro Manuel Valls aveva lasciato intendere che una reazione non avrebbe tardato ad arrivare parlando di una «guerra che intendiamo vincere».
Il supporto degli Usa
I caccia francesi hanno sganciato una ventina di bombe su altrettanti obiettivi strategici, puntando in particolare su un centro di comando e su un campo di addestramento dell’Isis.Gli aerei sono partiti dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania. Gli obiettivi erano stati precedentemente identificati nel corso di missioni di perlustrazione e l’intera operazione, fa sapere il governo transalpino, «è stata condotta in coordinamento con le forze americane». Queste ultime, secondo il Wall Street Journal, avrebbero fornito importanti dati di intelligence per i raid sul territorio siriano. Domenica pomeriggio Washington e Parigi avevano anche annunciato di avere trovato, dopo una telefonata tra il segretario alla Difesa americano Ash Carter e il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian, un accordo sui «passi concreti che le forze militari americane e francesi debbono intraprendere di qui in avanti per intensificare la loro azione contro l’Isis». E più o meno in contemporanea ad Antalya, in Turchia, il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin, a margine del vertice del G20 hanno avuto un confronto al termine del quale, pur con le rispettive divisioni, hanno definito «imperativo» il raggiungimento di un’intesa sulla conclusione della guerra in Siria.
Sempre da Antalya è intervenuto anche il premier italiano Matteo Renzi, secondo cui la risposta che la comunità internazionale deve mettere in campo deve essere frutto di una strategia, non semplicemente di una reazione. «La reazione ha prodotto disastri come la Libia – ha sottolineato il capo del governo -. Noi abbiamo bisogno di una strategia». «Una parte dei terroristi nei vari casi di attentati che ci sono stati in Europa – ha poi aggiunto -, vengono dalle nostre periferie. Sono cresciuti nelle nostre scuole, sono nostri connazionali,non vengono da fuori. E hanno colpito luoghi di vita quotidiana. Teatro, stadio, ristorante. Vogliono ucciderci. Quando non riescono a ottenere la nostra morte vogliono cambiare la nostra vita. Farci vivere nella paura».
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onte: Corriere della Sera