La Lazio sta vivendo un momento difficile, ed uno dei reparti più sotto pressione è la difesa: con 21 reti al passivo, il reparto arretrato biancoceleste è il terzo peggiore di tutta la Serie A. Soffre la difesa e soffrono i suoi interpreti, a partire dal più giovane della retroguardia, Wesley Hoedt. Il giovane difensore mancino, classe ’95, al suo prima anno a Roma, si è raccontato ai microfoni di Voetbal International. In molti pensano che la sua decisione di venire a giocare in Italia così giovane sia stata abbastanza avventata, e che le persone intorno a lui lo avrebbero mal consigliato, ma l’olandese non rinnega la sua scelta: “È una sciocchezza. Se così fosse non mi avrebbero protetto, facendo delle valutazioni errate sulla mia partenza. Possono dare un parere, ma io comunque sono in grado di prendere le mie decisioni“. Il calcio in Italia è molto diverso da quello olandese, Hoedt pensa di aver intrapreso la strada giusta: “Il calcio in Italia è pura sopravvivenza. A questo punto della stagione, lo scorso anno avevo disputato quattro partite. Ora ne ho fatte il doppio. Di conseguenza posso ammettere di essere sulla strada giusta”. Immancabile un commento sul compagno di reparto, il connazionale infortunato fino al termine della stagione Stefan de Vrij: “Stefan è un grande giocatore e una brava persona. Ma è anche un mio un ‘concorrente’. Anche io, come lui, posso giocare a destra nel centro della difesa. Lui ha giocato un anno in Italia e ha disputato il Mondiale. Mi aiuta ogni volta che può“. La presenza di compagni di squadra olandesi lo sta aiutando molto nella sua crescita personale: “È bello che ci siano quattro olandesi che giocano qui, ci divertiamo molto insieme. Io, de Vrij e Braafheid parliamo italiano, mentre Kishna sta imparando la lingua. Non siamo un gruppo a parte all’interno della squadra, ma ogni tanto però ci piace parlare olandese fra noi. I nostri compagni di squadra italiani ogni tanto fanno delle battute in merito”.
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