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Djordjevic regala un sorriso di Coppa alla Lazio

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Nel segno del numero 9. Che significa bomber, e ai laziali ricorda Giorgio Chinaglia in modo indelebile. Nel freddo di Trondheim, in Norvegia, la indossa un ragazzo che non nasconde le sue qualità da ariete. Filip Djordjevic in una decina di minuti ha già deciso che farà male al Rosenborg, per mettere in cassaforte la qualificazione della Lazio ai sedicesimi di finale in Europa League. È il suo esordio, oltretutto da titolare, nella competizione con la maglia biancoceleste, e vuole festeggiare con una doppietta dal peso specifico non indifferente. Al nono minuto (guarda il caso) incorna di testa su calcio d’angolo di Kishna, poi alla mezzora fa il bis e gonfia ancora la rete grazie al pallone servito da Onazi. Due gol che valgono molto di più, perché sono i primi del serbo in una competizione internazionale. Non gli era mai riuscito prima, aveva già partecipato a tornei Uefa, in particolare quando vestiva la maglia della Stella Rossa: con la squadra serba ha disputato l’allora Coppa Uefa (tre presenze) e giocato tre match di qualificazione alla Champions League. Una pillola statistica, Djordjevic ha centrato anche un altro record: è il primo giocatore biancoceleste a segnare una doppietta all’esordio in Europa League. La sua stagione praticamente è appena iniziata, dopo un inizio martoriato dagli infortuni è tornato a disposizione soltanto il 25 ottobre. Esausto, lascia il passo a Matri nella ripresa. La Lazio B dunque al servizio del suo bomber, perché i pezzi da novanta sono rimasti a Roma. Domenica c’è il derby e Pioli ha preferito preservare sotto una campana di vetro Marchetti, Lulic, Biglia, Milinkovic-Savic, Felipe Anderson e Klose. Così col Rosenborg finalmente fa il suo debutto da titolare Morrison, dopo aver raccolto solo 61 minuti da inizio stagione. Stavolta ne gioca 76, si muove bene nel primo tempo per spegnarsi gradualmente, poi lascia il posto a Mauri tra gli applausi di Pioli. L’inglese è promosso. Berisha difende la porta, si rivedono Konko e Radu in difesa, Kishna taglia tra la trequarti e la corsia esterna ed è uno dei migliori. I norvegesi, nonostante abbiano appena conquistato il 23° titolo nella storia del club, sono davvero poca cosa. Giusto un paio di occasioni, Helland rischia di beffare un Berisha non attento sul palo, Mikkelsen regala un bel destro in corsa. Ma è un miracolo che i biancocelesti non riescano a fare il tris, prima con un gol annullato a Hoedt per un fuorigioco di Gentiletti, poi con Candreva murato solo dal portiere Hansen. La Lazio può recriminare anche un possibile calcio di rigore, per un fallo di Svensson su Radu in area. Nella serata delle seconde linee, si riprende la maglia biancoceleste anche Keita. Candreva si rimette il cappotto e resta in panchina, il secondo tempo si apre con lo spagnolo in campo. Finalmente, dal 18 ottobre era out per un infortunio al ginocchio, Pioli gli concede la chance di rimettere benzina nelle gambe anche in vista della sfida contro la Roma. E l’ex Barcellona entra perfettamente in partita, è in palla e si vede. Corre e crossa, trova anche lo spunto e conclude in rete, decisiva la deviazione di Bjordal. Poi commette un’ingenuità madornale e si becca il cartellino rosso, quando – dopo uno scontro di gioco con Helland – reagisce con una manata in faccia all’avversario che lo provoca. Lascia la Lazio in dieci sul doppio vantaggio, a una decina di minuti dal triplice fischio. Il tris nel frattempo se lo divora Matri in modo pazzesco, la mancata chiusura dei difensori norvegesi lascia il pallone tra i piedi dell’attaccante, l’ex Milan inciampa e sciupa a chilometri zero dalla porta. Ma i due gol di Djordjevic bastano ai biancocelesti per tornare a Roma con tre punti che valgono quasi la qualificazione: ora serve un solo punto in due partite (contro Dnipro e Saint-Etienne, la sfida tra le due finisce 3-0 per i francesi) per conquistare i sedicesimi di finale in Europa League.

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onte : Il Tempo

CLASSIFICA GIRONE G: Lazio 10 punti, St. Etienne 7; Dnipro 4; Rosenborg 1

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