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Rocchi ricorda: “Che emozione i derby! Ora alla Lazio manca…”

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La Lazio dopo il passaggio ai sedicesimi di Europa League va a Empoli per riprendere il cammino interrotto in campionato. Della sfida toscana ne ha parlato un grande ex di entrambe le squadre: “Sarà una bella partita – le parole di Tommaso Rocchi ex capitano biancoceleste ai taccuini de lalaziosiamonoi.itl’Empoli è una squadra sempre viva e che gioca bene. La Lazio sta attraversando un momento non facile, e nonostante la consideri più forte del club toscano potrebbe incontrare delle difficoltà. Sarà un match combattuto perché arrivano da due situazioni completamente diverse”. Di seguito l’intervista completa a Tommaso Rocchi pubblicata su lalaziosiamonoi.it.

Su cosa punterà l’Empoli e su che cosa invece dovrà puntare la Lazio?

“L’Empoli deve giocare come sa e come sta giocando, con la determinazione che ha dimostrato finora. La Lazio dovrà tirare fuori l’orgoglio e la voglia di tornare ad essere protagonista perché è una squadra di valore”.

Tra gli allenatori con cui ha avuto il piacere di lavorare sia all’Empoli che alla Lazio, chi le è rimasto particolarmente nel cuore e perché?

“Ad Empoli ho iniziato con Silvio Baldini che per me è stato molto importante perché mi ha lanciato. Nel mio primo anno in Serie B mi schierava come esterno, nonostante nascessi come punta centrale. Alla Lazio ti dico Delio Rossi perché è quello con cui ho lavorato di più. Siamo stati insieme quattro anni e mi ha insegnato tanto”.

A chi dei suoi ex compagni è particolarmente legato?

“Sono sempre stato uno che andava d’accordo più o meno con tutti, per cui ho conservato bei rapporti con molti dei miei ex compagni. Tuttora sento Ledesma, fino a poco tempo fa anche Candreva. In precedenza ero in contatto con Del Nero, Cribari, Berni”.

Quali sono i suoi ricordi più belli con la maglia dell’Empoli? E alla Lazio?

“Con l’Empoli la prima grande soddisfazione è stata la vittoria del campionato di Serie B e poi la promozione in A. A livello personale uno dei ricordi più belli vissuti con questa maglia è la tripletta rifilata alla Juve: la partita finì 3-3 e segnammo io per l’Empoli e Trezeguez per i bianconeri. Per me fu una grande soddisfazione. Per quanto riguarda la Lazio ho tanti momenti nel cuore. Dalla vittoria in Supercoppa contro l’Inter, in cui feci anche gol, alla Coppa Italia vinta l’anno precedente. E poi aggiungerei tutte le vittorie nel derby, che è una partita stupenda anche per come viene vissuta a Roma, per tutto il clima che vi gira attorno. Giocarla, vincerla e segnare pure è stata una delle emozioni più belle che ho vissuto in biancoceleste. Quei gol contro la Roma sono tra i più significativi della mia carriera: in modo particolare quello che ho segnato il 6 gennaio 2005 nel mio primo derby in assoluto”.

Alla Lazio sei stato capitano, che cosa ha significato per te indossare quella fascia?

“È stato un grande riconoscimento. Quell’anno è stata data per votazione dello spogliatoio. Nonostante io avessi i requisiti, sia per anzianità che per quello che dimostravo in campo, alla fine è stata una decisione presa dai miei compagni e dall’allenatore. Tutti erano d’accordo e per me è stata una grande gratificazione. Mi ha reso molto orgoglioso”.

Cosa pensi dell’attuale capitano della Lazio, Lucas Biglia?

“Sinceramente non ho seguito molto la vicenda. È un giocatore importante e di alto livello. Se si è deciso di far indossare a lui la fascia, nonostante non sia in rosa da tantissimo tempo, ci saranno stati motivi validi e avrà le caratteristiche per farlo”.

A proposito di Lazio, è ormai chiaro che sta attraversando un momento di crisi. Molti hanno accostato Pioli a Petkovic. Lei che l’ha vissuto che cosa ne pensa?

“Il paragone ci sta per quanto riguarda le dinamiche e i risultati. Petkovic ha fatto molto bene il primo anno, è peggiorato il secondo. Lo stesso, per ora, si può dire di Pioli: ha ottenuto buoni traguardi la passata stagione, adesso sta un po’ in crisi. A livello personale ho vissuto Petkovic perché ci ho lavorato sei mesi, Pioli lo conosco per sentito dire. Sono due buoni allenatori che hanno le tutte le qualità e le prerogative per fare bene. Poi però una piazza importante come quella della Lazio non è facile da gestire”.

Tu da fuori che idea ti sei fatto di questa Lazio?

“Sta vivendo un periodo particolare, quando non arrivano risultati, come sta succedendo ora alla squadra, bisogna valutarne bene le cause. Spesso accade che il motivo sia l’allenatore, ma può anche darsi che i giocatori che vanno in campo possano aver perso gli stimoli adatti. A volte le motivazioni di una situazione simile possono risiedere anche in una campagna acquisti non del tutto adeguata. La Lazio in estate ha preso tantissimi giovani validi in prospettiva futura e su questo sono pienamente d’accordo. Al presente secondo me manca qualcosa: si doveva fare un mix tra gioventù ed esperienza. Si sarebbero dovuti prendere quei due, tre giocatori già formati che adesso avrebbero giovato senz’altro all’organico”.

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